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Dario Fo: quali (e quanti) sono i libri più belli – assolutamente da leggere – del grande drammaturgo, Nobel per la Letteratura? La carriera di Dario Fo, scomparso a 90 anni oggi, 13 ottobre 2016, è stata una delle più intense (e prolifiche) della cultura italiana: attore, drammaturgo, scrittore e pittore, ha trascorso la sua vita reinventando il teatro, dove portò ironia e impegno politico muovendosi abilmente tra farse, commedie e monologhi. L’opera culturale che ci ha lasciato è davvero immensa, e scegliere di dover parlare dei suoi libri più belli non è cosa facile: sono diversi, tra saggi, opere teatrali e romanzi, ed è impossibile (per ovvi motivi) poter parlare di tutti. Abbiamo fatto perciò una selezione, scegliendo di parlare di 5 tra i libri più belli di Dario Fo, quelli che, a nostro parere, varrebbe la pena leggere.
Parlando dei libri più belli di Dario Fo (molti dei quali sono trasposizioni cartacee di celeberrime opere teatrali, da Mistero Buffo a Lu Santo jullare Franzesco), non possiamo non iniziare con Gesù e le donne (Rizzoli, 2007), un libro concepito rileggendo i Vangeli in cui affronta un argomento di grande attualità: la presenza (spesso occultata) delle figure femminili nella vita del Messia.
Rimanendo in tema religioso (argomento, peraltro, tra i preferiti di Dario Fo, ‘ateo militante’ ma profondamente interessato all’ambito sacro), Dario e Dio (Guanda, 2016) svela il rapporto tra l’autore e la Fede. Il libro è una rilettura personale, dopo anni di studio appassionato, dei Testi Sacri e della figure religiose più importanti – da Maria a Gesù – raccontati con la solita ironia, provocatoria quanto basta ma mai irrispettosa.
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Tra i libri più belli (e più recenti) di Dario Fo che varrebbe la pena leggere, c’è anche La figlia del Papa (Chiarelettere, 2014), romanzo dedicato a Lucrezia Borgia che l’autore riabilita a dispetto di ricostruzioni scandalistiche o puramente storiche. Il libro, infatti, ripercorre la ‘movimentata’ vita di questa donna, figlia illegittima di Papa Alessandro VI e tra le figure più oscure del Rinascimento italiano. Il Premio Nobel la descrive invece in tutta la sua umanità, allontanandola dalla donna incestuosa e dissoluta che ci racconta la Storia, per calarla nel contesto della vita quotidiana dell’epoca.
Anche C’è un pazzo in Danimarca (Chiarelettere, 2015) è tra i libri più belli di Dario Fo: si tratta di un romanzo storico ambientato in Danimarca che ha per protagonista Cristiano VII, giovane sovrano pazzo, Carolina Matilde di Gran Bretagna, sua sposa quindicenne, l’amante di lei, il medico Johann Friedrich Struensee e Federico, il figlio del re. E’ una storia quasi sconosciuta che Dario Fo ha tradotto in romanzo, tra passioni amorose, politica e intrecci di potere.
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Di tutt’altro argomento, invece, il libro Giotto o non Giotto (Panini, 2009) che, partendo dall’interrogativo su chi abbia affrescato la Basilica Superiore di Assisi studia l’opera del grande pittore medievale svelando interessanti sorprese. Il volume, curato da Franca Rame, fa luce su alcuni aspetti della vita e dell’opera di Giotto, molti dei quali poco conosciuti anche alla critica d’arte ufficiale.
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