Sembrava un caso chiuso quello dell’omicidio di Darya Dugina, invece l’Intelligence americana riapre nuove strade.
Sembra che dietro alla morte della giornalista ci sia il governo di Kiev, che sempre invece si è dichiarato estraneo ai fatti.
Darya era una giornalista politica. Classe 1992, non era lei l’obiettivo della bomba piazzata sulla sua auto, che esplose sabato 20 agosto mentre lei era a bordo.
Su quella vettura infatti doveva esserci anche suo padre, il filosofo Alexander Dugin molto vicino a Putin, tanto da essere considerato il cervello dietro le sue azioni.
Fin dal primo momento, i russi condannarono gli ucraini per questo gesto, anche perché la responsabile si scoprì essere una donna ucraina.
In realtà Kiev affermò che non era un gesto compiuto dalle forze armate ucraine e se anche la responsabile Natalya Vovk era un’appartenente al reggimento Azov, aveva fatto tutto autonomamente.
Questa, si era introdotta in Russa il mese precedente e con 3 diverse targhe aveva girato il Paese fino ad arrivare ad affittare un appartamento nello stesso stabile dove abitava Darya.
Con l’aiuto della figlia 12enne installò un esplosivo sulla Toyota su cui viaggiava Darya, che rimase uccisa nell’esplosione mentre suo padre venne trattenuto ad un evento e quindi si salvò.
In seguito Natalya fuggì in Estonia e poco dopo venne trovata morta.
Questo episodio ha inevitabilmente allargato la forbice che divide i due Paesi in guerra e sebbene il governo di Kiev non abbia mai ammesso di essere il mandante, ora ci sono nuove informazioni.
Secondo le ultime indiscrezioni trapelate dall’Intelligence americana, sembra che l’omicidio sia stato orchestrato dal governo di Kiev e che Zelensky ne fosse a conoscenza.
Alcuni ritengono che l’obiettivo fosse il padre della ragazza, personalità molto influente per Putin, tanto da avere intrapreso anche grazie a lui, alcune mosse in questa guerra.
Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak ha ribadito ancora una volta che il governo non è coinvolto e non è il modo di agire che hanno adottato le forze ucraine in questa guerra.
Il consigliere ha anche sottolineato che le mosse in guerra devono avere uno scopo e un senso, che sia tattico o strategico. In questo caso, Darya non era un obiettivo utile in questo senso.
“abbiamo altri obiettivi sul territorio ucraino, piuttosto che andare in terra russa a uccidere subdolamente una ragazza”.
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