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Davide Trentini è morto in Svizzera col suicidio assistito, costretto ad andare oltre le Alpi perché in Italia non ha potuto farlo. L’annuncio è arrivato dai profili social di Marco Cappato e la campagna #LiberiFinoallaFine dell’associazione Luca Coscioni: alle 9 del mattino Davide, 53 anni, malato di sclerosi multipla da quando ne aveva 26, se n’è andato in una clinica svizzera, mettendo fine al suo dolore. “Bisogna focalizzarsi sul dolore. Io, basta dolore, subito“, aveva detto Davide nel video registrato prima della partenza e postato da Cappato sui social. Come Dj Fabo prima di lui e come tanti italiani, anche Davide Trentini è stato costretto ad andare in Svizzera per avere il diritto al suicidio assistito: ad accompagnarlo oltre confine è stata Mina Welby.
“Ciao Davide, è stato un dovere accompagnarti“, si legge sui profili social di Marco Cappato, già indagato per la vicenda di Dj Fabo. “Grazie Davide per aver reso pubblico quello che in Italia è illegale e quindi clandestino. Grazie a Marco Cappato e a Mina Welby per averlo reso possibile“, è invece il saluto arrivato da parte dell’Associazione Luca Coscioni che lo ha aiutato ad arrivare in Svizzera.
@Mina_Welby ha accompagnato Davide in Svizzera in sostegno della #disobbedienzacivile di @marcocappato per una buona legge sul #finevita pic.twitter.com/VKYmM9F8P7
— LiberiFinoAllaFine (@EutanaSiaLegale) 12 aprile 2017
Lo stesso Davide Trentini aveva registrato un breve video, il suo ultimo saluto a tutti coloro che lo hanno conosciuto, e anche a chi non lo conosceva. “Auguro a tutti tanta salute e tanta serenità, serenità“, dice mentre saluta con la mano, il volto sereno di chi ha trovato la risposta che cercava.
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Tutto il viaggio di Davide è stato documentato: l’arrivo in Svizzera, l’incontro col primo medico che l’ha visitato, l’ultimo pasto, fino alle sue ultime parole che sono state un invito a chi è rimasto perché sia sereno.
Davide aveva 26 anni e faceva il barista quando ha scoperto di essere malato di sclerosi multipla: accanto a lui era rimasta l’ex compagna ma solo per un certo periodo di tempo. Poi, a prendersi cura di lui, era stata la mamma che oggi ha 73 anni e, tra l’età e gli acciacchi, faceva fatica a curarlo ogni giorno. I dolori non lo hanno mai abbandonato, neanche la cannabis terapeutica, a cui in Toscana aveva accesso, riusciva a lenirli.
La scelta è arrivata in piena autonomia: basta dolore, come ha detto lo stesso Davide nel video. L’Associazione Luca Coscioni, Soccorso Civile e SOS eutanasia.it lo hanno aiutato a racimolare i soldi necessari per il viaggio in Svizzera, circa 10mila euro, ed è stata Mina Welby ad accompagnarlo, rischiando così una denuncia e fino a 12 anni di carcere.