Va in scena l’ennesimo scontro Greta-Trump, la questione del contendere è sempre quella ambientale: di fronte al pubblico del World Economic Forum, in corso di svolgimento a Davos, l’attivista svedese continua a mettere in guardia sui pericoli dovuti al cambiamento climatico mentre il presidente americano prosegue a liquidare la questione chiamando gli ambientalisti “profeti di sventura”. Due diverse visioni del mondo. Totalmente opposte.
Lo scontro Greta-Trump avviene a distanza di un’ora; prima interviene la giovane attivista svedese e poi la pronta replica del presidente degli Stati Uniti. Il gruppo di discussione a cui partecipa Greta Thunberg inizia con un toccante cortometraggio sulle attività di protesta per la salvaguardia dell’ambiente. “Sono successe molte cose che nessuno avrebbe potuto prevedere, e questo ha dato il via a un movimento – dice l’attivista svedese – Non sono solo io, ma tanti giovani ovunque che hanno creato un’alleanza. Le persone sono più consapevoli ora. Grazie alla spinta dei giovani sembra che il clima e l’ambiente ora siano un argomento caldo. Allo stesso tempo, però, non è stato realizzato nulla. Le emissioni globali continuano ad aumentare. Dobbiamo iniziare ad ascoltare la scienza e trattare questa crisi con l’importanza che merita“.
Tocca poi al presidente americano Donald Trump, giunto a Davos nel giorno dell’inizio del processo di impeachment al Senato, con intenti propagandistici. “Dobbiamo respingere i profeti perenni di sventura e le loro previsioni sull’apocalisse”, sottolinea rispondendo, pur senza citarla mai, al “non avete fatto nulla” di Greta. Trump, però, annuncia comunque il contributo Usa al clima, confermando la partecipazione all’iniziativa “1 miliardo di alberi contro il cambiamento climatico” dando così vita a una primissima apertura sul clima. “Sono orgoglioso di dire che gli Stati Uniti sono sbocciati. Abbiamo realizzato cose che il mondo non ha mai visto prima. L’America prospera e vince come mai prima d’ora”, continua Trump citando gli accordi commerciali storici firmati la scorsa settimana con Cina, Messico e Canada. “Questi accordi sono un modello per il 21esimo secolo”. Donald Trump insiste, in un puro virtuosismo propagandistico, sostenendo che gli Stati Uniti si erano indeboliti quando ha preso il potere, e che il pessimismo dilagava tra i dirigenti d’azienda e altre figure influenti. Ma, adesso, sotto la sua presidenza, le cose stanno migliorando.
Una visione totalmente, quella che ha portato allo scontro Greta-Trump, e che non accenna a placarsi, anzi. Il presidente degli USA coglie la palla al balzo per spostare l’attenzione su di una nuova polemica, così da glissare sul processo di impeachment che lo vede protagonista, anche preparando il terreno per una nuova rielezione. Di contro, l’attivista svedese non perde occasione per ricordare al mondo il pericolo che sta correndo riguardo all’ambiente e sottolineare l’indifferenza delle grandi potenze mondiali, come gli Stati Uniti. Uno scontro che si ripete ormai da mesi e che ha ancora diverse puntate da mettere in scena prima di far scorrere i titoli di coda.
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