Il decreto anti rave e l’emendamento fake, l’argomento sta infiammando la politica italiana. Oggi è spuntato un post che preannunciava un emendamento introdotto per correggere la norma e nonostante fosse un fake è diventato virale.
La norma 434-bis voluta fortemente dalla presidente Meloni ha sollevato un polverone politico e mediatico. Sono diversi i punti contestati e l’opinione pubblica è divisa in due in merito alla nuova normativa. Oggi sul web è apparso un emendamento fake riguardo al decreto anti rave che è diventato virale in brevissimo tempo e nonostante fosse ambiguo non è stato messo in dubbio ma anzi è stato preso alla lettera.
Decreto anti rave, polemiche e correzioni
Il decreto anti rave sta facendo discutere tutta l’Italia. La norma è nata dopo il rave party di Halloween organizzato a Modena che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.
Il capannone nel quale è stato organizzato abusivamente era pericolante e una parete era già crollata in precedenza. Quando le autorità si sono accorte di questa festa l’affluenza è stata deviata grazie alla chiusura delle uscite autostradali della zona.
Ciò nonostante la festa è andata avanti 24 ore e le forze dell’ordine hanno mediato per cercare di far defluire le persone presenti. Il ministro Piantedosi ha dato l’ok alla polizia per lo sgombero ovviamente in sicurezza e preservando l’incolumità dei presenti. Dopo una lunga trattativa sono riusciti a liberare la zona.
Il rave party ha sollevato la questione illegalità e sicurezza e il problema è passato immediatamente al vaglio del governo Meloni. L’urgenza di Modena ha portato il governo a introdurre la norma 434-bis ovvero il famoso decreto anti rave.
La norme prevede l’introduzione di pene severe che vanno fino ai 6 anni di reclusione, il sequestro dell’impianto e lo sgombero del luogo occupati abusivamente anche senza l’ok del proprietario necessaria in precedenza.
L’opposizione ritiene che le pene siano troppo pesanti ma anche la troppa libertà di gestione che viene data alle forze dell’ordine ha sollevato dissensi. Il decreto anti rave da la possibilità di intercettare i possibili organizzatori e di analizzare le chat utilizzate per la promozione e l’organizzazione.
Anche la troppa interpretabilità della norma, che la sinistra definisce generalista, ha sollevato aspre critiche e su questo anche Forza Italia ha annunciato che serviranno modifiche.
Emendamento fake
Il decreto anti rave ha sollevato un polverone mediatico e sul web sono apparse critiche e dissenso. La premier Meloni ha precisato che non ci saranno limitazioni alla libertà di manifestazione e di dissenso e che la questione qui è un’altra. Ovvero occupazione di suolo illegalmente e zero rispetto delle norme di sicurezza e salute.
Un punto molto contestato è stato il fatto che la norma sia troppo generica e non specifica. Si teme che possa entrare anche in ambiti differenti come gli scioperi o le manifestazioni scolastiche.
Un giornalista ha pensato di fare un esperimento pensato piu come una provocazione dal tono ironico e ha postato un emendamento fake che riguarda il decreto anti rave.
Il tweet è diventato immediatamente virale e la cosa ha stupito lo stesso autore Carmelo Palma.
Il giornalista ha postato una foto dove era riportato: “All’art.5, comma 1, capoverso art.434-bis, aggiungere infine il seguente comma: ‘La norma si applica esclusivamente ai raduni con finalità ludico-ricreative, aventi ad oggetto la fruizione di musica non autoctona e il consumo di sostanze psicotrope di cui al Dpr 309/1990″.
Il fatto di aver introdotto ironicamente ‘musica autoctona’ ha ricevuto tantissimi commenti e le repliche sono spaziate dallo stupore all’incredulità fino alle prese in giro esilaranti di alcuni utenti.
Palma ha successivamente rivelato che si è trattato di uno scherzo e che non si sarebbe mai aspettato questo clamore in merito. Ha provato a pensare a come il governo avrebbe potuto modificare il decreto e a come poter distinguere un raduno da un altro.
Ha spiegato: “Tutte le soluzioni possibili mi sono sembrate imprecise, inattendibili o palesemente ridicole. Allora – ridicolo per ridicolo – facendo il verso al giuridichese prefettizio della norma originaria ho scritto un emendamento formalmente corretto, ma grottesco e parodistico”
Confessando poi in conclusione : “L’ho poi postato sapendo che alcuni ci sarebbero cascati, ma sono rimasto sorpreso dalla quantità di addetti ai lavori dell’informazione, della politica e perfino della satira, che se lo sono bevuto senza fare una piega, ritenendolo perfettamente credibile”