Si parla da giorni della norma contro i rave party, istituita dal governo Meloni, che ha generato numerose polemiche. Parla anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che conferma la norma come segno di legalità.
I rave party sono al centro delle discussioni politiche di questi giorni: il governo Meloni ha emanato un decreto anti-rave, per fermare tutti i raduni clandestini e illegali in Italia.
Le polemiche non si contano, si punta il dito contro la decisione del governo ma il ministro della Giustizia Carlo Nordio rassicura e conferma che la norma deve essere modificata in alcuni punti. Ecco cosa ha detto.
I rave party sono dei raduni di solito musicali, spesso non autorizzati ai quali partecipano giovani in un luogo sconosciuto fino a poche ore prima dell’evento.
Il governo Meloni la settimana scorsa ha emanato un decreto anti-rave, dopo aver fermato con le forze dell’ordine un evento non autorizzato a Modena sabato sera, organizzato per festeggiare Halloween.
Il Decreto rave party è tra le prime norme emanate dal nuovo governo, che impedisce l’organizzazione di rave, rendendoli illegali anche se il decreto è ancora scritto in modo poco chiaro.
Nel testo si stabilisce che “l’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.
In pratica, il decreto punisce tutti i raduni illegali di più di 50 persone, pena la reclusione dai 3 ai 6 anni e una multa dai 1000 ai 10mila euro. Ma la norma è stata molto criticata per via del testo un po’ fumoso, non chiaro.
Le diverse polemiche scaturite dall’opposizione di governo e anche sui social dai cittadini, puntano il dito sulla norma come strumento di repressione, anche perché non si parla chiaramente solo dei rave, ma si potrebbe pensare anche a manifestazioni pacifiche non autorizzate.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio scende in campo e parla in un’intervista con La Repubblica della norma anti-rave, dicendo che la sua emanazione è stato un gesto necessario di legalità.
Durante l’intervista, il ministro, infatti, parla del decreto come un segnale di ferma e severa legalità e, secondo lui, il diritto alle manifestazioni non c’entra nulla con questa nuova norma.
Infatti, specifica che il testo può essere sicuramente perfezionato e che la norma è stata creata per modificare l’attuale articolo 633, che scritto più di cento anni fa tutelava i proprietari di beni immobili da “invasioni di mandrie di bestiame”.
Secondo Nordio, questa andava modificata per adattarla ai tempi, per preservare l’incolumità e la salute dei cittadini, in occasione di questi eventi che possono esporre a pericoli gravi.
Inoltre, il Ministro della Giustizia specifica che le intercettazioni, di cui si parlava in questi giorni, non sono per niente imposte dalla nuova norma ma sono lasciate alla decisione del magistrato.
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