Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto Cio” sull’autonomia del Coni.
La decisione di approvare oggi il decreto è diventata necessaria nel momento in cui ieri, lunedì 25 gennaio, l’Italia rischiava di non poter prendere parte alle prossime Olimpiadi che si dovrebbero svolgere a Tokyo in estate. Senza l’approvazione del “decreto Cio”, l’Italia si sarebbe presentata alla manifestazione senza tricolore e inno nazionale.
“Il consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto contenente le norme che sanciscono l’autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano” ha detto al termine del Consiglio dei ministri Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport.
“Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione. Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l’Italia venisse così duramente sanzionata già domani, ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell’indipendenza del Coni lasciato aperto dalla riforma del 2019“.
Il “decreto cio“, che rimarca le misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, assicurerà piena operatività e autonomia al Coni. Inoltre, nel testo si legge che avrà una propria dotazione organica di personale, 165 unità, anche dirigenziale (10 unità).
Nel decreto si parla anche dell’attribuzione dei beni immobiliari che inizieranno a fare parte del patrimonio del Coni.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha immediatamente telefonato, interrompendo il Cda Milano-Cortina, al presidente del Cio, Thomas Bach, per informarlo dell’approvazione del decreto-legge. Bach avrebbe risposto alla telefonata dicendo di essere “molto felice” per il risultato ottenuto.
Una volta che il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale la norma diventerà, come accade sempre, operativa e bisognerà convertila in legge entro 60 giorni.
L’Italia, quindi, riuscirà a presentarsi alle Olimpiadi di Tokyo 2021 con la propria bandiera e il proprio inno la prossima estate. Se il nostro Paese questa volta è riuscito a risolvere per tempo il problema, Iraq e Bielorussia rischiano ancora di non potersi presentare con i propri colori e il proprio inno nazionale.
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