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Il Decreto Lavoro 2014 è legge. Il provvedimento è stato sottoposto alla terza lettura e quindi ad un nuovo voto di fiducia, l’ultimo atteso per l’approvazione definitiva. Nella serata del 15 maggio è arrivato il nuovo voto positivo della Camera, che, con 279 voti favorevoli e 143 contrari, ha espresso il suo parere favorevole alla conversione in legge del decreto. Sono state apportate, allo stesso tempo, delle modifiche al testo, in relazione ad alcuni aspetti del contratto a termine. In particolare ci sarà la possibilità di una proroga per 5 volte in 3 anni, anche senza l’obbligo, da parte del datore di lavoro, di spiegare perché si è voluto un contratto a tempo determinato.
Inoltre è stato tolto il tetto del 20% dei contratti a tempo, oltrepassato il quale il datore doveva assumere a tempo indeterminato. Oltre la soglia, i datori dovranno pagare una multa tra il 20% e il 50% della retribuzione del lavoratore. E’ stato specificato, comunque, che i precari da più tempo e le madri lavoratrici potranno usufruire di una corsia privilegiata nel momento in cui un’azienda sia in grado di effettuare una stabilizzazione dei lavoratori.
Sul Decreto Lavoro Renzi ha ottenuto la fiducia anche da parte del Senato. 158 sono stati i voti a favore e 122 quelli contrari. Il testo che è stato approvato è quello che porta con sé anche le modifiche introdotte in Commissione Lavoro. Il tutto, comunque, si è caricato di una certa tensione, soprattutto a causa delle proteste che sono arrivate da parte dei senatori del Movimento 5 Stelle, che si sono incatenati e hanno indossato le magliette con la scritta “Schiavi mai”. Roberto Calderoli, presidente di turno, ha minacciato l’espulsione di massa e si è dovuto sospendere la seduta. Poi il tutto è ritornato alla tranquillità. Infatti i senatori grillini hanno deciso di togliersi le manette, nonostante precedentemente avessero affermato di non volersi muovere e di essere disposti a farsi portare via con la forza.
Le polemiche con i sindacati
Matteo Renzi risponde alle critiche giunte da Susanna Camusso, leader Cgil, a proposito del decreto lavoro, che “già non andava bene“, e che viene “ulteriormente peggiorato” in favore di una maggiore precarizzazione dei rapporti di lavoro, anche illegittimi. Il presidente del Consiglio, è certo: “Ci criticano? Perché gli stiamo levando il potere. Sono critiche pretestuose. La verità è un’altra: stiamo rivoluzionando il Paese e c’è chi resiste. E stiamo obbligando anche il sindacato a cambiare“. Mentre la cronaca politica registra il nuovo scontro tra sindacati e governo sul dl Poletti, la maggioranza difende il provvedimento sul quale lunedì inizieranno le votazioni in commissione Lavoro al Senato, dove il testo è atteso in Aula già martedì.
Renzi si è fermamente opposto alle resistenze dei sindacati, e intervistato dal Corriere, ha ribadito la sua ferma posizione, che poi è quella del governo, dicendo: “noi non abbiamo problemi ad ascoltarli. Ma vogliamo negare che occorra un cambio radicale delle regole del lavoro?“. “Sogno un sindacato che, nel momento in cui cerchiamo di semplificare le regole, dia una mano e non metta i bastoni tra le ruote“. Ed avverte: “non sarà un sindacato a fermarci“.
Susanna Camusso aveva attaccato il dl Poletti, dopo l’emendamento del governo che elimina l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato per chi non rispetta il tetto del 20% di precari, sostituendolo con una semplice multa per i datori di lavoro. Il decreto “aumenta le forme di precarietà, invece che di assunzione“, ha spiegato la leader Cgil intervenendo alle Giornate del lavoro, in corso a Rimini. “La riassunzione dei lavoratori trasformata in una modalità pecuniaria è il via libera all’illegittimità dei rapporti“, ha poi proseguito Camusso, lanciando l’allarme.
Non è così, replica il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, che considera le parole dei sindacati, ed in particolare del leader Cgil “una valutazione personale che non trova giustificazione negli atti del governo“. Il governo difende il provvedimento. L’emendamento in questione, per Bobba è “Tutto il contrario di un incentivo alla precarizzazione“. Anche se Angelino Alfano ministro dell’Interno e presidente di Ncd, sottolinea entusiasta “Abbiamo smontato la legge Fornero e inserito tanto Marco Biagi. Vuol dire meno vincoli, più libertà per gli imprenditori e regole più semplici per chi assume“. Contrario all’emendamento Poletti è anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che considera quello che è successo una vicenda gravissima. Ed evidenzia il “palese menefreghismo che c’è nei confronti dei lavoratori“, sostenendo che le modifiche sono “più a favore delle aziende“.