Il decreto Lavoro ha incassato il via libero dalla Camera: ecco quali sono i 20 punti fondamentali del provvedimento.
Con 154 voti favorevoli, 84 voti contrari e 12 astenuti, il decreto Lavoro ha incassato la fiducia della Camera ed è un provvedimento molto importante sul fronte del mercato occupazionale. Sono tantissime le novità introdotte dal governo: scopriamo quali sono i punti fondamentali del decreto Lavoro. Dall’addio definitivo al Reddito di Cittadinanza all’introduzione dell’Assegno di inclusione sociale, dal rafforzamento del taglio del cuneo fiscale fino alla proroga dello smart working. Ecco quali sono le novità ed i punti rilevanti del decreto Lavoro.
Dopo l’ok definitivo della Camera, il decreto Lavoro introduce interessanti novità sul mercato occupazionale. Scopriamo quali sono i punti fondamentali.
Luglio sarà l’ultimo mese in cui la card RdC sarà ricaricata per tutti i c.d. occupabili, ovvero per tutte le persone di età compresa tra i 18 ed i 59 anni, che vivono in una condizione economica disagiata. Il Reddito di Cittadinanza sarà erogato fino alla fine dell’anno ai nuclei familiari, i cui componenti sono fragili, disabili, minorenni e over 60. A partire dal primo gennaio 2024 il Reddito di Cittadinanza sarà abolito e sarà sostituito dall’Assegno di inclusione sociale. La ricarica della Carta d’inclusione potrà essere utilizzata per acquistare beni di prima necessità, ad eccezione dei giochi, alcolici e materiale pornografico.
La misura è erogata per 18 mesi. Una volta decorsi, la card potrà essere erogata per altri 12 mesi. Tra le novità apportate dal Senato c’è una novità che riguarda le donne vittime di violenza, le quali possono costituire un nucleo familiare indipendente ed accedere all’Assegno di inclusione. Altra novità concerne il fatto che al rifiuto di un’offerta di lavoro, il componente della famiglia perde il diritto al sussidio. Cambia anche la scala di equivalenza ed acquista un peso più importante la presenza di un ulteriore componente disabile e non autosufficiente. Per accedere al sussidio la soglia resta di 9.360 euro.
A partire dal mese di settembre debutta una nuova misura: il Supporto per la formazione e il lavoro. Si tratta di un assegno di importo pari a 350 euro e di una misura di attivazione al mercato occupazionale, mediante la partecipazione a progetti di formazione. La misura può essere utilizzata da tutti i componenti delle famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta ed hanno un Isee di importo inferiore ai 6mila euro all’anno.
La richiesta deve essere presentata telematicamente ed il soggetto istante deve sottoscrivere il patto di attivazione telematico. Attraverso la piattaforma il soggetto istante può ricevere le offerte di lavoro o partecipare a progetti formativi. La somma viene erogata dall’Inps attraverso l’accredito del bonifico.
Il governo punta a rilanciare i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Nell’ultimo triennio delle scuole superiori è possibile svolgere un determinato monte di ore: 150 ore negli istituti tecnici, 210 ore negli istituti professionali e 90 ore nei licei. Per lo svolgimento delle ore di lavoro viene individuato un docente tutor e supervisore. Verrà avviata una piattaforma che assicura l’interoperabilità tra i vari registri.
Il decreto Lavoro riconosce la maggiorazione dell’assegno unico anche ai figli dei genitori singoli. Attualmente la maggiorazione è riconosciuta per ciascun figlio minore che è presente in nuclei familiari in cui entrambi i genitori maturano il reddito da lavoro. La maggiorazione spetta anche nel caso in cui il genitore sia single, sia titolare di reddito da lavoro e l’altro sia deceduto.
Il Senato ha effettuato un correttivo al provvedimento, consentendo agli artigiani, ai commercianti ed a tutti i professionisti iscritti alla gestione separata Inps di ricostruire la propria posizione contributiva tenendo conto dei contributi previdenziali oggetto dello stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro.
Fino alla fine dell’anno è prorogato il contratto di espansione, che prevede la possibile uscita fino a cinque anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali nei processi di riorganizzazione aziendale. Per i contratti di espansione stipulati entro la fine dello scorso anno è possibile rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro con accesso allo scivolo previdenziale entro un anno dal termine originario. Il datore riconosce un’indennità commisurata all’importo della pensione al lordo.
Grazie al decreto Lavoro il governo introduce una serie di semplificazioni volte a sburocratizzare e a ridurre gli adempimenti, che vanno a gravare sulle aziende. Per sgravare i datori di lavoro, il provvedimento stabilisce che l’impresa metta a disposizione sul sito istituzionale i regolamenti aziendali ed i contratti collettivi.
Tenendo conto dell’aumento dei volumi di dichiarazioni fiscali e del riordino delle misure a sostegno della prole a carico attraverso l’assegno unico ed universale, il provvedimento punta a rifinanziare i Caf.
Resta a 3.000 euro il tetto di fringe benefit esentasse per i lavoratori dipendenti con la prole a carico. Sono esentasse le somme erogate o rimborsate per pagare le utenze domestiche dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua. La soglia è confermata a 258 euro.
Ok alla proroga al 31 dicembre delle modalità di smart working per i dipendenti fragili e per i genitori che hanno figli under 14.
Stipendi più alti a partire dal mese di luglio grazie al taglio del cuneo fiscale. L’esonero contributivo passa da tre punti percentuali a 7 punti percentuali per i redditi annui fino a 25.000 euro e da due punti percentuali a 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro.
Arriva la detassazione del lavoro notturno e festivo per i lavoratori dipendenti del settore turistico, termale e ricettivo. Per il periodo dal primo giugno al 21 settembre 2023
“è riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e straordinario”.
Questa normativa si applica ai lavoratori dipendenti con reddito di importo non superiore a 40.000 euro.
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