Decreto liquidità, l’azione di governo a difesa delle imprese

Con il Paese fermo a causa dell’emergenza coronavirus e con il prolungarsi ad oltranza delle misure di isolamento e quarantena, il governo è chiamato a dare risposte concrete a famiglie e imprese messe gravemente in difficoltà dal blocco delle attività economiche e produttive. Oltre alla crisi sanitaria, infatti, si fa sempre più concreto il rischio di una crisi economica potenzialmente devastante per il sistema Paese, crisi che l’intera classe politica, dal governo all’opposizione, è chiamata a scongiurare. In questo senso, il primo punto dell’agenda di Palazzo Chigi è assicurare il più ampio sostegno possibile alle imprese, a salvaguardia del tessuto produttivo del Paese e di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ecco dunque in arrivo il nuovo decreto liquidità a sostegno di aziende e lavoratori, che sarà varato alla conclusione dell’odierno Consiglio dei Ministri.

Decreto liquidità a sostegno delle imprese: cosa prevede

La prima misura contenuta nel decreto in arrivo è quella volta ad assicurare alle imprese la liquidità necessaria a garantire i pagamenti che queste sono comunque chiamate a sostenere, a partire dalle prossime buste paga, misura dunque fondamentale al fine di assicurare il mantenimento dei posti di lavoro. In questo senso, lo Stato farà da garante per i prestiti che le banche erogheranno alle imprese: l’entità della garanzia statale sui prestiti sarà del 100% per importi fino ad un massimo di 800mila euro, mentre sarà del 90% per i prestiti fino al 25% del fatturato delle imprese di qualsiasi dimensione: una misura da circa 10 miliardi di euro che dovrebbe garantire una massiccia iniezione di liquidità – circa 200 miliardi di euro – nel sistema economico.

A salvaguardia delle imprese, in particolar modo di quelle strategiche ed operanti in ambiti considerati di interesse nazionale, arriva anche il provvedimento volto a rafforzare ed estendere il cosiddetto golden power, ossia la possibilità da parte del governo di porre il veto e dunque di dire no, ogniqualvolta ce ne fosse bisogno, a possibili acquisizioni da parte straniera di asset e aziende italiane ritenute strategiche per il Paese. Tale scudo anti-acquisizioni straniere, oggi limitato ai soli settori della difesa, delle comunicazioni, dei trasporti e dell’energia, sarà esteso anche alle piccole e medie imprese e sarà valido anche per i tentativi di acquisizione all’interno dell’Unione Europea.

A completare le misure a sostegno delle imprese c’è poi la sospensione degli adempimenti fiscali di aprile e maggio: per questi due mesi l’esecutivo prevede lo stop al pagamento di Iva, ritenute e contributi.

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