Arriva il nuovo emendamento del governo per il Decreto Rave, che in questi mesi ha suscitato numerosi dibattiti. Ecco quali sono i cambiamenti che verranno apportati.
Un mese fa il governo Meloni ha introdotto il così detto Decreto Rave, ovvero una normativa che vieta l’organizzazione e la partecipazione ai rave party, di più di 50 persone.
Il decreto ha suscitato numerose critiche e dibattiti, per via del testo poco specifico che avrebbe potuto includere qualsiasi tipo di manifestazione. Ecco che arriva l’emendamento che riscrive il testo.
Arrivano cambiamenti da parte del governo Meloni per quanto riguarda il Decreto Rave, emanato un mese fa per vietare l’organizzazione o la promozione di eventi come i rave party, che disturbano la quiete pubblica.
Ora, è stato emanato un emendamento che riscrive il testo e cambia anche il numero dell’articolo, che da 434 bis diventa 633 bis.
Il testo è stato presentato in commissione Giustizia al Senato e, secondo quanto dichiarato, rivede quanto riportato nel primo decreto legge a inizio novembre. Questo emendamento limita il reato, escludendo le manifestazioni degli studenti, le occupazioni e altre manifestazioni pubbliche.
La modifica fa sì che il 633 bis sia diretto a situazioni specifiche e ben precise, collegato alla violazione di alcune norme in materia di “sicurezza e igiene negli eventi”, oltre che alle norme relative all’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Nell’emendamento in oggetto si legge che il reato coinvolgerà “chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento – quando – dall’invasione deriva un concreto pericolo”.
La pena maggiore resta per chi organizza e promuove determinati eventi, mentre per i partecipanti resta la pena solo per quanto riguarda l’invasione di terreni o edifici.
Il Decreto Rave, quindi, viene riscritto, circoscrivendo il reato a situazione ben determinate, escludendo altri tipi di manifestazioni come quelle studentesche.
Restano però le pene, che non cambiano, infatti resta sempre la reclusione dai 3 ai 6 anni per gli organizzatori e i promotori degli eventi, più una multa dai mille ai 10mila euro.
Resta la confisca e il sequestro dei materiali utili a commettere il reato, come si legge nell’emendamento.
Gli inquirenti, inoltre, potranno utilizzare le intercettazioni per valutare ogni tipologia di violazione della legge, nonostante questo metodo sia stato più volte criticato anche all’interno della stessa maggioranza di governo.
Resta ora da vedere cosa succederà dopo il vaglio alla Camera, che dovrà valutare e votare l’emendamento proposto dal governo Meloni per il Decreto Rave.
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