Arriva, dopo un vertice notturno di circa 6 ore, il via libera “salvo intese” del Consiglio dei Ministri al Decreto Semplificazioni, un pacchetto di misure volte a ridurre l’enorme quantità di burocrazia che da tempo ostacola la crescita del Paese, soprattutto in una fase in cui eliminare procedure e lungaggini burocratiche può rivelarsi fondamentale per rilanciare l’economia italiana colpita dalla pandemia di Coronavirus. Il dl Semplificazioni, definito nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte “la madre di tutte le riforme”, è stato approvato in CdM dopo settimane di intense trattative tra le parti, con alcuni dettagli che restano ancora da definire: il “salvo intese”, assicurano da Palazzo Chigi, dovrebbe riguardare però solamente alcuni aspetti tecnici.
Il decreto Semplificazioni, approvato in CdM congiuntamente al Programma Nazionale di Riforma, con il quale il governo ha delineato le priorità e definito le linee guida per i prossimi mesi, investe una serie di settori fondamentali: gare d’appalto, grandi opere, responsabilità penale di funzionari e amministratori pubblici, digitalizzazione della Pa.
La prima fondamentale novità introdotta dal dl Semplificazioni riguarda l’affidamento di lavori, servizi e forniture: fino al 31 luglio 2021 gli enti pubblici potranno infatti ricorrere all’affidamento diretto per prestazioni non superiori ai 150mila euro, evitando dunque il processo di gara pubblica. Semplificate anche le procedure per tutti gli appalti superiori ai 150mila euro e inferiori ai 5,3 milioni: prevista in questi casi una procedura negoziale in cui il numero di imprese partecipanti al negoziato aumenta con l’aumentare dell’importo complessivo della prestazione, fino ad un massimo di 15 imprese per lavori tra 1 milione e i 5 milioni di euro.
Procedure semplificate previste anche per i progetti superiori alla soglia dei 5,3 milioni di euro: in questi casi l’aggiudicazione del contraente dovrà avvenire entro 6 mesi. Semplificate anche le procedure per la nomina dei commissari straordinari, ai quali verranno affidate le opere pubbliche ritenute più importanti. Raggiunto inoltre un primo accordo sulla lista di grandi opere da considerare prioritarie.
Con il decreto Semplificazioni viene rivista anche la definizione di abuso d’ufficio, con la difesa del principio di discrezionalità dell’amministratore pubblico: con la modifica apportata, infatti, incorrerà nel reato di abuso d’ufficio chi viola “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità”. In questo modo il governo punta a superare quella che lo stesso Conte ha definito “la paura della firma” da parte dei funzionari pubblici.
Far diventare l’Italia un “Paese a portata di click grazie alle autocertificazioni e all’app”, è l’altro obiettivo fondamentale a cui Conte tiene particolarmente e confida di raggiungere con il decreto. “Stop dunque alle file allo sportello, tutti i servizi della Pa saranno accessibili tramite spid, l’appIO e la carta identità digitale: tutto sarà più semplice. Sembrerà difficile all’inizio ma basta scartoffie, gli uffici condivideranno i dati”, evidenzia Conte. Quindi, via libera alla dematerializzazione, un deciso quanto ferrato snellimento dell’apparato burocratico da sempre colpevole della lentezza del Paese.
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