Deja vu: qual è il suo significato? La spiegazione scientifica data da alcuni ricercatori del Cnr di Catanzaro e dell’università Magna Graecia, individua la causa del fenomeno in un’alterata percezione sensoriale piuttosto che un ricordo. Il termine fu coniato da Boirac in L’Avenir des sciences psychiques per individuare un’esperienza molto comune, caratterizzata da un senso di familiarità e allo stesso tempo stranezza, dovuta alla consapevolezza che non corrisponde realmente ad un episodio di vita già vissuto. Oggetto di interesse scientifico e spesso associato all’idea di profezia, è diventato il nodo centrale di film e telefilm ma qual è il reale significato del deja vu?
Cos’è
Al mistero del deja vu sono stati dedicati tantissimi, libri, studi e ricerche. La ragione che da sempre affascina esperti e non, è la sensazione di aver già visto oppure già vissuto un oggetto, un’esperienza, una situazione. Sulla sua spiegazione si sono interrogati anche filosofi dell’antichità come Aristotele e Pitagora. Interessa uomini e donne in modo quasi del tutto indifferente e può essere accompagnato da sensazioni di benessere oppure disagio. Tende ad essere più frequente, tuttavia, durante i periodi di stress come la maturità.
Significato
Si ritiene che il fenomeno sia dovuto ad un’alterazione (patologica o momentanea) delle funzioni cognitive di riconoscimento e recupero ossia di attenzione e memoria. In questa condizione, però, possono restare normali le altre funzioni. Da qui, la consapevolezza che “non è possibile, non è già accaduto”.
Spiegazione
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Catanzaro, in collaborazione con l’Istituto di neurologia della locale Università Magna Graecia, potrebbe gettare nuova luce sulla spiegazione del fenomeno. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cortex ed è stata effettuata con l’obiettivo di scoprire se esiste una caratteristica anatomo-fisiologica comune nella genesi del dejà vu. Comparando soggetti sani e pazienti affetti da epilessia, è stato possibile individuare delle anomalie morfologiche che coinvolgono, però, aree cerebrali diverse. Nei primi coinvolgono la corteccia insulare, nei secondi interessano la corteccia visiva e l’ippocampo, ossia le aree da cui dipende proprio il riconoscimento visivo e la memorizzazione. Si è concluso che la causa del deja vu è un’alterata sensorialità dello stimolo percepito e non un ricordo.
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