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Ambiente

Delfini, la scoperta straordinaria: “Formano reti sociali come gli uomini”

Una scoperta sensazionale: anche i delfini creano reti sociali.

Gruppo di delfini di primo livello- Nanopress.it

Uno studio lungo e dettagliato ha finalmente confermato ciò che fino ad ora era una credenza comune. Si è scoperto infatti che anche i delfini sono in grado di realizzare delle alleanze nei gruppi così da rendere più semplice l’accoppiamento tra la femmina e il maschio aumentando notevolmente le probabilità di riproduzione.

La scoperta dell’università statunitense

Anche i delfini, al di fuori degli esseri umani, sono dotati di caratteristiche molto importanti. Stiamo parlando della solidarietà, un qualcosa che pare appartenere anche a questa bellissima specie di pesci.

E questo è ciò che è stato scoperto da alcuni ricercatori dell’università dell’università del Massachusetts di Doartmounth insieme all’università britannica di Bristol.

Gli studiosi sono stati in grado di evidenziare il modo in cui i delfini riescono a realizzare una grandissima rete di cooperazione sociale, la più grande dopo quella realizzata dagli uomini. E’ questo un qualcosa che fino ad oggi non si credeva essere possibile.

Una scoperta sensazionale è quella che è stata fatta dal team universitario in cui si è arrivato ad una conclusione: i delfini lavorano tra loro per fare in modo che la loro specie possa sopravvivere.

Ma in che modo creano tali alleanze? A dare una risposta sono gli stessi autori della ricerca i quali affermano che i delfini riescono a formare delle unioni su diversi livelli che danno la possibilità ai maschi di accedere ad un numero sempre più alto di femmine dando così loro una probabilità maggiore di successo nella riproduzione.

Una ricerca che è stata pubblicata all’interno della rivista dell’Accademia nazionale delle Scienze statunitensi al cui interno è possibile leggere che le società dei delfini, proprio come quella di tutti i primati non umani, riescono a costituire dei modelli.

Si tratta di un qualcosa di fondamentale anche per capire in che direzione sta andando l’evoluzione cognitiva e sociale umana.

I vari passaggi dello studio

È stato Richard Connor, un membro dell’università di Dartmouth insieme a Stefanie King, esponente dell’università di Bristol, a portare avanti tale ricerca.

Per ottenere i risultati pubblicati sono stati studiati ben 121 delfini tursiopi maschi situati all’interno della Baia degli Squali, una località nell’Australia Occidentale.

Gli esemplari presi sotto analisi hanno formato delle reti cooperative di primo livello formate da un massimo di tre maschi, i quali volevano condividere l’accesso ad una femmina.

Avvistamento delfini- Nanopress.it

Si tratta di gruppi inizialmenti con pochi delfini che, poco alla volta, si sono trasformati in unioni di secondo livello formati da 14 esemplari il cui scopo è quello di competere tra di loro oppure portare avanti delle alleanze che possano essere classificate come un qualcosa di terzo livello.

Cosa si affermava prima di questa scoperta

Prima della pubblicazione di tale scoperta si credeva che la cooperazione tra gruppi fosse un qualcosa che potesse esistere soltanto tra gli esseri umani.

Infatti questa era visto come una stretta conseguenza delle caratteristiche tipiche dei primati umani ossia l’evoluzione dei legami tra le varie coppie. Una convinzione che è stata del tutto ribaltata dalle ricerche pubblicate in cui ha partecipato anche Connor il quale afferma che le alleanze intergruppo possono presentarsi anche in assenza di tali caratteristiche.

Che tipo di impatto può avere questo studio sull’evoluzione umana

Michael Krützen ha dichiarato che è abbastanza raro che un dipartimento di antropologia possa condurre delle ricerche su animali che non siano dei primati.

Gruppo di delfini- Nanopress.it

Nonostante ciò, come continua l’esponente dell’università di Zurigo, questi risultati rivelano che c’è la possibilità di trovare delle intuizioni molto importanti riguardo all’evoluzione, un qualcosa che in passato si credeva appartenere soltanto alla razza umana.

Una scoperta sensazionale che ribalta quindi le carte in tavola e che ci porta a credere che gli animali siano molto simili agli esseri umani in diversi atteggiamenti.

Marina Nardone

Sono Marina Nardone, nata nel 1992 e diplomata al liceo classico. Amo la scrittura anche se il mio cuore è occupato da un'altra passione, quella per l'uncinetto con cui creo dei piccoli capolavori. Su Nanopress.it mi occupo di economia.

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