Da qualche tempo un mistero avvolge le acque del Mar Ligure, ed è il numero impressionante di delfini spiaggiati lungo le coste della regione, senza che la scienza riesca ancora a stabilire una causa. L’ultimo caso si è registrato circa una settimana fa, con due esemplari ritrovati nella zona di Imperia, il settimo caso dall’inizio dell’anno, quando fino al 2014 era il numero massimo in un anno per la Liguria. Ma cosa sta causando questi continui spiaggiamenti? Il primo indiziato è ovviamente l’inquinamento, che farebbe perdere l’orientamento ai delfini proprio come balene ed altri cetacei, ma non si esclude l’ipotesi di un morbillivirus oppure il colpo di coda dell’ultima alluvione.
L’attenzione e il monitoraggio su un fenomeno in costante aumento si sono intensificati, in modo da cercare di arginarlo, tuttavia finché non saranno comprese le cause sarà arduo trovare efficaci contromisure. I numeri parlano chiaro: nel 2013 sono stati 150 i mammiferi marini spiaggiati lungo le coste italiane, 164 nel 2014, 40 i casi registrati in Liguria negli ultimi 7 anni, ma se a nemmeno metà 2015 siamo arrivati a sette casi, il rischio è che a fine anno, in Liguria e nel resto del Paese, i numeri saranno inevitabilmente più alti. ‘Non può essere tutto riconducibile a un’unica causa. In alcune circostanze sono i virus come il morbillo e la brucellosi a non lasciare scampo, ma non dimentichiamo che gli effetti ambientali dell’alluvione posso essere ricaduti anche su queste specie, all’apice della catena alimentare e quindi più vulnerabili‘, ha dichiarato al quotidiano Repubblica Walter Mignone, responsabile della sezione di Imperia dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte Val D’Aosta e Liguria.
Il professore spiega come i cetacei siano degli indicatori utili per comprendere lo stato di salute del mare e dell’ambiente circostante, e per questo vi sono continuamente campionamenti ed analisi istologiche per cercare di comprendere le cause degli spiaggiamenti: i tecnici dell’Istituto zooprofilattico solitamente intervengono dopo le segnalazioni che giungono dalla Guardia Costiera, ma oltre a loro vi sono altri ricercatori che svolgono attività di monitoraggio controllando costantemente i movimenti dei delfini. Delle tante cause possibili, l’inquinamento del mare resta l’ipotesi più concreta, metalli e diossina che entrano in circolo nel sistema immunitario degli animali, debilitandoli fino ad essere facile preda dei virus, ma non si sottovaluta anche la perdita dell’orientamento, una delle cause più frequenti degli spiaggiamenti di balene registrati nel mondo.
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