Andrea Delmastro Delle Vedove, il sottosegretario alla Giustizia in quota Fratelli d’Italia, al centro del caso (prima) politico con il suo coinquilino Giovanni Donzelli per aver rilevato delle informazioni sulle conversazioni tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni boss della criminalità organizzata, è indagato dalla Procura di Roma per rivelazione di segreto d’ufficio.
L’esponente di FdI domani sarà interrogato dai pm sulla vicenda, nata dall’esposto presentato dal deputato (e co-portavoce) dell’alleanza tra Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che è stato anche il primo a commentare la notizia. Come lui, però, sono stati anche gli altri i politici che hanno parlato, compresi i capigruppo di Fratelli d’Italia a Camera e Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan.
Il caso politico che ha animato le giornate di parlamentari e non due settimane fa si sposta dai banchi del potere, a quelli della giustizia. Il sottosegretario proprio alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, uno dei fedelissimi della presidentessa Giorgia Meloni, è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta per rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio e domani verrà ascoltato dai pm della Capitale.
Ma facciamo qualche passo indietro. Il primo febbraio, durante una riunione in cui la Camera doveva approvare la legge per l’istituzione della commissione antimafia, il coinquilino del sottosegretario, Giovanni Donzelli, anche lui tra le fila del partito della premier, ha attaccato duramente quattro deputati del Partito democratico – Debora Serracchiani, la capogruppo dei dem a Montecitorio, Silvio Lai, Walter Verini e Andrea Orlando – colpevoli per lui di essere andati a parlare con Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame ancora al 41 bis, che prima ancora aveva avuto delle conversazioni, nel carcere di Sassari in cui era detenuto, con alcuni esponenti della ‘ndrangheta e della camorra.
Da questione personale, che aveva sollevato una bagarre non da poco in Aula, tanto che era stata sospesa anche la seduta, si è passati a una questione giudiziaria perché il deputato dell’alleanza Verdi e Sinistra, nonché il co portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, aveva presentato un esposto alla procura di Roma, che ha subito aperto un fascicolo.
Per lui, ma anche secondo tutti gli esponenti delle opposizioni, le informazioni rese pubbliche dal vicepresidente del Copasir (Donzelli) sarebbero coperte da segreto e non potrebbero essere a disposizione dei parlamentari. Ed è qui che entra in gioco Delmastro, che al ministero di via Arenula ha la delega al Dap, da cui provenivano proprio le notizie sugli incontri dell’anarchico.
Come andrà finire ancora non si sa, anche perché per ora si è solo nella fase delle indagini, che potrebbero portare a un’assoluzione di Delmastro senza passare per un’imputazione, fatto sta che per il Guardasigilli, Carlo Nordio, ufficialmente il suo superiore, il sottosegretario è stato già assolto da ogni accusa perché, ha detto ieri in aula, “il 29 gennaio Delmastro chiede al capo del Dap una relazione aggiornata su Cospito del Gom e del Nic” e che fosse “a divulgazione limitata” è “una formula che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza“.
Il problema, però, è che a piazzale Clodio potrebbero non pensarla proprio alla stessa maniera. Secondo Federico Cafiero de Raho, deputato del MoVimento 5 stelle, infatti, “l’atto divulgato da Donzelli è un’informativa di reato assoggettata al pieno segreto“, e quindi, sì, non resta che attendere gli ulteriori sviluppi, pure del Giurì d’onore del Parlamento che si pronuncerà su Donzelli.
Tornando al merito dell’inchiesta, nei giorni scorsi sono stati ascoltati come persone informate dei fatti, sia il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, l’ex direttore del Gruppo operativo mobile (Gom), Mauro D’Amico, e il suo successore, Augusto Zaccariello.
La notizia sul sottosegretario Delmastro finito tra gli indagati è stata commentata in primis dal deputato che aveva presentato l’esposto. “Spiace che a fare chiarezza sulla vicenda di Donzelli e Delmastro non sia stato il ministero della Giustizia ma sia l’autorità giudiziaria che sulla base dell’esposto che ho presentato il 2 febbraio alla Procura della Repubblica di Roma oggi avrebbe indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio il sottosegretario Delmastro“, ha iniziato Bonelli, che ha poi precisato che le parole di Nordio, dette direttamente a lui, sono “un vero e proprio boomerang perché nelle intenzioni del ministro c’era una chiara volontà di difendere e salvaguardare politicamente Donzelli e Delmastro che irresponsabilmente avevano diffuso atti del Dap riservati“.
Ma qual è il motivo? Secondo quanto rivelato dal ministero, infatti, ha raccontato ancora il parlamentare dei verdi, gli atti sul caso Cospito “non erano divulgabili non per segreto di Stato o segreto investigativo, come il ministro ha incredibilmente dichiarato in Parlamento, bensì per violazione del segreto di ufficio. Nel respingermi la richiesta di avere gli stessi atti che Donzelli ha reso pubblici, il ministero ha fatto riferimento a due norme per giustificare il diniego, ovvero art. 24/1990 e del D.M. del 25 gennaio 96 n. 115“. Per Bonelli, questa “è la prova che quegli atti erano riservati per stessa ammissione del ministero della Giustizia, quindi non c’entra nulla il segreto di Stato né il segreto amministrativo“.
L’alleato di Nicola Fratoianni ha continuato attaccando ancora il ministro Nordio, “che si è prestato a un’inaccettabile operazione politica che, da uomo diritto come lui è, non avrebbe dovuto avallare. Si è fatto trascinare in una difesa di ufficio degli esponenti di Fratelli d’Italia“. In conclusione, il co portavoce di Europa Verde ha chiesto le dimissioni dei due coinquilini “per evidente inadeguatezza e inaffidabilità e non vorrei che dall’inchiesta scaturisse una sconfessione delle tesi del ministro Nordio, perché a quel punto chiederemo conto anche a lui“.
Anche dal MoVimento 5 stelle, e in particolare dalla capogruppo al Senato, Barbara Floridia, a cui ha fatto da eco anche Francesco Silvestri, numero uno dei deputati pentastellati, si sono continuate a chiedere le dimissioni di Delmastro e Donzelli con la “urgente la calendarizzazione della mozione di censura presentata alla Camera dal Movimento 5 Stelle“. E non si sono discostate di tanto neanche le due capogruppo del Partito democratico, Serracchiani e Simona Malpezzi.
Quanto a Fratelli d’Italia, i capigruppo Tommaso Foti (a Montecitorio) e Lucio Malan (a Palazzo Madama), in una nota hanno detto: “Apprendiamo dai giornali che il sottosegretario Delmastro sarebbe indagato per rivelazione del segreto d’ufficio. Con un piccolo particolare: i documenti che avrebbe riportato secondo il Ministero della Giustizia non sarebbero secretati, mentre sicuramente è coperta dal segreto l’indagine a suo carico, che invece sta sui giornali. Un bel cortocircuito! Ma tant’è… andiamo avanti con la certezza che tutto sarà chiarito in tempi brevi per poi continuare con più slancio di prima la nostra lotta a schiena dritta e a volto scoperto alla criminalità organizzata“.
Sull’argomento, è stato chiesto un parere anche al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, al termine del Cdm che ha stoppato il Superbonus. “L’iscrizione nel registro degli indagati non è una condanna né tantomeno un’affermazione di responsabilità“, dunque “non c’è nulla di diverso da quanto già detto dal premier sul punto“, ha detto il fedelissimo di Meloni.
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