Gli italiani sono in via di estinzione. L’Italia è la nazione più vecchia d’Europa e il popolo italiano è destinato a scomparire, o semplicemente a mescolarsi, come accade per altre specie sulla Terra. Le previsioni su ciò che accadrà in futuro vengono dall’incrocio degli ultimi studi Istat circa il tasso di natalità all’interno delle famiglie italiane, la natalità nei nuclei stranieri e i dati sui flussi migratori che investono il nostro Paese. Da un lato l’infertilità, dall’altra la crisi economica e il progressivo allungamento della vita, sono diversi i fattori che incidono su questa condizione, vediamoli.
Già qualche tempo fa avevamo parlato nel dettaglio del rischio desertificazione al Sud Italia, con il conseguente aumento della povertà, dovuto anche al basso tasso di natalità nel nostro paese registrato negli ultimi dieci anni. Gli ultra 65enni sono oggi il 22% della popolazione e, secondo le previsioni degli esperti, se il trend continua così senza un’inversione di rotta si arriverà al 40% in 30 anni.
Questo perché ci sono sempre meno nati. Nel 2013 (dati Istat) sono stati 514.308 bambini, quasi 20 mila in meno rispetto al 2012. Il dato conferma che è in atto una nuova fase di riduzione della natalità: oltre 62 mila nascite in meno a partire dal 2008, e più marcata è la diminuzione delle nascite da entrambi i genitori italiani (-70 mila negli ultimi 5 anni). Questo avviene in larga misura perché le donne italiane in età feconda sono sempre meno numerose e fanno sempre meno figli. Con una media di 1,39 figli per donna, l’Italia è ben al di sotto dei due figli per madre necessari a mantenere costante il livello della popolazione.
(tabella ISTAT)
Il problema non è tanto in una scomparsa dell’Italia, quanto di un suo impoverimento economico causato sia dalla mancanza di manodopera sia dai sempre più elevati costi di mantenimento della popolazione anziana (tasso di dipendenza). Eppure ci sarebbe una soluzione a tale problema, l’immigrazione. Nel 2013 gli immigrati in Italia hanno contribuito per il 95% alla crescita della popolazione contro il 5% fornito dalle nuove nascite. Si tratta di un dato a cui ci dobbiamo abituare perché saranno proprio gli immigrati a contribuire alla crescita del popolo italiano in misura sempre più rilevante per i prossimi vent’anni.
Secondo dati Eurostat l’Italia introdurrà fino a 400 mila persone ogni anno almeno fino al 2040, portando a un terzo dell’intera popolazione italiana il numero dei cittadini stranieri o di origine straniera. Tra quarant’anni gli italiani potrebbero diventare 66 milioni dagli attuali 61, anziché rischiare di scendere a 45 milioni sigillando i confini. Ma l’Italia può organizzarsi davvero in un sistema strutturato che tenga in conto un’accoglienza selettiva e legale dei migranti? Tendenzialmente gli italiani sono conservatori e sarà difficile fare capire loro che il futuro è ineluttabile e che l’Italia è da sempre stata e sempre sarà un meticciato, una nazione multietnica in un continente multietnico, perché è chiaro che l’Europa tra qualche anno sarà culturalmente, religiosamente e linguisticamente molto variegata, anche più degli Stati Uniti.