Continuano i controlli sugli aventi o meno diritto al bonus edilizio. Tante sono le truffe che sono state scoperte e, in ultimo, quella sul bonus facciate. Vediamo insieme di cosa si tratta.
31 persone sono state indagate e sono stati sequestrati, anche, 52 milioni di euro, percepiti su interventi in realtà mai realizzati.
52 milioni di crediti d’imposta sono stati sequestrati perché percepiti per lavori ed interventi che, in realtà, non sono mai stati fatti. Questa è la truffa che è stata scoperta dalla procura di Roma grazie all’avvio delle indagini partite della sezione di Locri e di Reggio Calabria circa una truffa circa l’uso e l’utilizzo dei fondi per i bonus edilizi riguardanti le facciate di edifici e palazzi.
Il denaro veniva percepito in modo illegale, ma i lavori in realtà non sono mai iniziati né tantomeno sono stati portati avanti. Una truffa in piena regola che ha visto indagate anche 31 persone. Il sequestro delle somme di denaro relative ai crediti d’imposta illecitamente percepiti per il bonus facciate, è stato convalidato, dopo che il fascicolo dell’inchiesta è stato trasmesso a Roma, dal gip della Capitale.
Le persone che sono state coinvolte nell’inchiesta, sono state indagate per non dovuta percezione di erogazioni pubbliche, ma anche per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio. Sono gli uomini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Reggio Calabria e il sequestro del denaro è stato predisposto dal Gip del tribunale di Locri.
La truffa che è stata messa in campo ha visto una sottrazione illecita di denaro pubblico consistente che ha portato, poi, all’avvio delle indagini stesse. Milioni di euro che sono stati indebitamente percepiti da persone che non ne avevano il diritto e che hanno truffato lo Stato, affermando di aver portato avanti o fatto dei lavori che, in realtà, non sono mai iniziati.
Le 31 persone che sono state indagate hanno visto pendere su di loro proprio questo tipo di accusa, quella di indebita percezione di erogazione di denaro pubblico. Come dicevamo, a questa va affiancata, anche, quella di riciclaggio, di truffa ai danni dello Stato e, non in ultima, quella di autoriciclaggio.
Le indagini sono state portate avanti dalla procura di Locri, che le ha fatte partire, ma che poi sono arrivate anche alla scoperta congiunta fatta invece dalla procura di Roma. Sono in corso, ora, i relativi sequestri e gli indagati dovranno successivamente esser giudicati per i reati a loro accusati dalle autorità competenti.
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