Denis Verdini è stato condannato a 9 anni di carcere dal Tribunale di Firenze che lo ha riconosciuto responsabile per il crac del Credito cooperativo fiorentino di cui il senatore è stato presidente dal 1990 al 2010. Verdini, che non era in aula alla lettura della sentenza, risultava imputato nel processo assieme ad altre 33 persone (dieci hanno patteggiato) per reati che a vario titolo vanno dalla truffa ai danni dello Stato per il finanziamento illecito di alcune società alla bancarotta. Non è stata riconosciuta l’associazione a delinquere per nessuno degli imputati. La pena è stata decisa dal collegio presieduto dal giudice Mario Profeta.
La Banca “del presidente”
La sentenza arriva dopo quasi una settimana di camera di consiglio. Per il senatore leader di Ala i pm Luca Turco e Giuseppina Mione avevano chiesto 11 anni. I pm hanno chiesto per Verdini e gli altri imputati anche la confisca di beni per un valore complessivo di a 22,9 milioni di euro. Il Credito cooperativo fiorentino era sostanzialmente “la banca del presidente”, hanno spiegato i pm, perché i consiglieri di amministrazione e i sindaci revisori erano tutti uomini di fiducia di Verdini.
“Sistema clientelare per favorire gli amici”
Durante la requisitoria, i pm hanno parlato “di una cooperativa fittizia per far ottenere i contributi” e di un sistema di clientela per favorire gli amici più stretti. Tra questi gli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, già ai vertici della Btp costruzioni. Contro di loro i pm hanno chiesto 9 anni di carcere. Sei anni di carcere, invece, la richiesta dell’accusa per l’onorevole di Ala Massimo Parisi. Altre pene fra 5 e 6 anni per la governance della banca agli altri imputati.
Denis Verdini condannato a 9 anni
Secondo i magistrati che lo hanno condannato in primo grado a 9 anni di reclusione, Verdini è stato massimo responsabile del crac del Credito cooperativo fiorentino di Campi Bisenzio, la banca che il senatore ha guidato per venti anni con l’obiettivo – dicono i giudici – di “soddisfare interessi personali e dei suoi amici in affari per il mero raggiungimento del potere e del denaro, seguendo un disegno di sistematica espoliazione della banca” che poi è fallita.
Difesa Verdini: “Dimostreremo che fatti non sussistono”
“Abbiamo dimostrato che per il senatore Denis Verdini non c’era il reato di associazione per delinquere. Negli altri passaggi processuali dimostreremo che anche per gli altri reati contestati i fatti non sussistono”, ha detto, l’avvocatessa Ester Molinaro, del collegio difensivo del senatore e coordinatore di Ala, parlando con i giornalisti subito dopo la lettura della sentenza del tribunale di Firenze. “Rispettiamo la sentenza – ha aggiunto – ma consideriamo quello di oggi solo un passaggio. Attendiamo le motivazioni per andare poi a un altro grado di giudizio”.
“L’uomo che Renzi voleva come padre costituente”
La capogruppo M5S al Senato, Michela Montevecchi, è intervenuta dopo la diffusione della notizia della condanna a Verdini: “Denis Verdini, l’uomo che per l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi meritava di diventare Padre Costituente, è stato condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per il fallimento dell’ex Credito cooperativo fiorentino. Fortunatamente il 4 dicembre scorso 20 milioni di italiani hanno capito in che mani era stata messa la nostra Carta costituzionale e hanno rispedito al mittente la riforma”. “La condanna – continua Montevecchi – arriva nello stesso giorno in cui il nome di Verdini spunta anche nell’inchiesta Consip, che sta facendo tremare il Giglio Magico renziano”.
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