Ilya Yashin è l’oppositore che rischia fino a 10 anni di carcere per aver denunciato la guerra in Ucraina.
Accusato di diffondere informazioni false sulle forze armate del Cremlino e per aver parlato di assassinio dei civili, l’uomo affronterà un processo che ha inizio oggi.
La denuncia di Ilya Yashin
In questi giorni si parla molto dell’attivista dell’opposizione russa e deputato municipale del distretto di Krasnoselsky, Ilya Yashin, accusato di aver diffamato l’esercito russo in merito al conflitto in atto. L’uomo è stato arrestato e in breve tempo il suo volto è diventato simbolo dell’opposizione russa, tuttavia ora rischia una condanna molto pesante, infatti i 6 mesi di detenzione decisi dal Tribunale di Mosca potrebbero diventare 10 anni.
Il motivo è quello di aver denunciato apertamente la guerra parlando in modo esplicito di assassinio di civili. La prima udienza contro l’attivista 39enne si è tenuta ieri. Nella maggior parte dei casi gli oppositori come lui scelgono di essere esiliati, invece Yashin, ex membro del “parlamentino” a Mosca, non è voluto fuggire quando Putin ha iniziato la sua offensiva lo scorso 24 febbraio.
Anzi, ha fatto sentire molto forte la sua voce, infatti per giorni lo ha condannato sulle piattaforme social più famose, fra cui Youtube, dove è seguito da più di un milione di persone.
L’arresto e le accuse
Le autorità hanno proceduto all’arresto nel mese di giugno, prelevandolo mentre si trovava in un parco della capitale, con l’accusa di aver diffuso false informazioni che incitavano all’odio verso il governo russo.
Tale accusa è punibile con 10 anni di reclusione e sembrerebbe essere proprio questo il destino del 39enne che alla barra degli imputati durante una delle udienze che ha affrontato, ha sorriso ai suoi genitori presenti in aula, soddisfatto per il suo operato, nonostante le conseguenze.
Durante quell’udienza ha richiesto il rilascio, sostenendo che non aveva intenzione dl lasciare la Russia:
“se avessi voluto fuggire, lo avrei fatto da tempo. amo il mio paese e sacrificherò la mia libertà per difenderlo e vivere qui come il patriota russo che sono”.
Nel dettaglio, a far arrestare l’uomo sono state le dichiarazioni in merito ad alcune azioni dell’esercito russo, in particolare a Bucha, cittadina vicino Kiev dove sono stati massacrati centinaia di civili. A inizio mese accusò i giudici russi di servire i politici del Cremlino, ai quali invece bisognava opporsi. In effetti Yashin è molto vicino ad altri attivisti che lottano per la stessa causa, come lo era a Boris Nemtsov, oppositore di Putin assassinato nel 2015.
La prossima udienza si terrà il 29 novembre e secondo alcune fonti l’uomo rischierebbe anche una pena maggiore ai 10 anni, per aver infranto la cosiddetta “legge bavaglio“, emanata dopo l’invasione russa in Ucraina, la quale prevede la reclusione fino a 15 anni per chiunque diffonda informazioni sulle forze armate ritenute false.