La storia del deposito di scorie nucleari in Italia rischia di diventare infinita: la mappatura dei luoghi potenzialmente fruibili per la costruzione del sito c’è ma nessuno ne parla, l’autorità di vigilanza non è ancora stata istituita e sul nome del direttore dell’Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare) pesa un’inchiesta penale. Attualmente, sono più i rischi che le certezze, per questo il Movimento 5 Stelle è intervenuto chiedendo di porre un freno sull’intera questione: ‘Senza un programma credibile non possiamo andare avanti’.
Innanzitutto per mettere in pratica il piano di decommissioning delle centrali chiuse da 25 anni, sono necessarie fondamentalmente tre condizioni: la creazione dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare; la creazione di un programma nazionale che illustri i punti essenziali dell’operazione di chiusura e messa in sicurezza del ciclo del nucleare; e la pubblicazione di una mappatura dei luoghi idonei a ospitare il deposito (ovvero la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee). Ed è proprio questa mappatura che doveva essere presentata pubblicamente nel mese di agosto, ma ancora oggi non se ne sa nulla.
Un altro punto che ha rallentato l’avanzamento dell’intera operazione è stata la proposta di nominare Antonio Agostini, Direttore dell’Isin: attualmente, tale nomina è stata bloccata, poiché sul consigliere grava un’inchiesta penale per abuso d’ufficio e turbativa d’asta legata alla gestione dei fondi comunitari.
Ma la questione più importante, nonché allarmante dal punto di vista della sicurezza è quella relativa alla tipologia di rifiuti che tale sito andrebbe a custodire. Il sito infatti dovrebbe essere strutturato per contenere in condizioni di sicurezza le scorie di bassa e media radioattività, tuttavia temporaneamente andrebbe a tenere anche le scorie ad alta radioattività, che hanno un potenziale tossico in grado di resistere per centinaia di migliaia di anni.
Secondo Gianni Girotto, senatore 5 Stelle, il quadro della situazione, attualmente, è preoccupante:
‘Sono troppi i punti oscuri. La normativa prevede la definizione di un programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi con la partecipazione del pubblico; prevede la creazione dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, un ente con funzioni di controllo e di vigilanza delle attività nucleari; prevede l’adeguamento della classificazione dei rifiuti radioattivi alle normative internazionali. Ma su nessuna di queste questioni è stata ancora data una risposta soddisfacente’.
Inquietante è anche il rapporto che si andrebbe a stabilire tra l’organo di controllo dell’intera operazione e il ministero da cui dovrebbe dipendere:
‘La decisione di far dipendere l’Isin (l’organo super parte che dovrebbe controllare la correttezza di tutta l’operazione) dal ministero dell’Ambiente e da quello dello Sviluppo economico crea un problema: il controllore (Isin) dipende dal controllato (il ministero dello Sviluppo economico). E’ una situazione che somiglia più a quella dell’Unione Sovietica di Cernobyl che a una democrazia europea’, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace.
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…
Il riscaldamento a pavimento è una delle soluzioni più moderne e apprezzate per il comfort…