La bomba carta scoppiata allo stadio di Torino non è stata lanciata da tifosi juventini ma è scoppiata nelle mani di ultras granata che la stavano preparando. L’ipotesi su quanto avvenuto nel corso del derby della Mole tra Torino e Juventus arriva dal pm Andrea Padalino che sta conducendo le indagini. Dopo aver preso visione dei filmati girati dalla Digos e dai tifosi presenti allo stadio, la Procura ha ricostruito l’accaduto, ribaltando le prime ipotesi. Dalle immagini, si capisce che non si è trattato di un lancio da parte degli ultras bianconeri e nemmeno da parte di quelli del Toro. In realtà, alcuni tifosi granata avrebbero costruito sul posto la bomba carta nella curva Primavera come parte della coreografia: qualcosa però è andato storto e l’ordigno è esploso prima del previsto.
Le indagini sono in corso, anche se al momento la Procura tende a escludere qualsiasi tipo di lancio da parte delle tifoserie. “Doveva solo fare un botto ‘coreografico’ mentre nell’altra curva, la Maratona, veniva srotolato il maxi striscione“, ha spiegato il pm. Nelle immagini non si vede alcun oggetto lanciato o arrivato nella curva: dopo lo scoppio i tifosi del Toro non hanno iniziato a gridare contro gli avversari, cosa che sarebbe avvenuta, ricorda il magistrato, se avessero visto arrivare l’ordigno.
La domenica di violenza a Torino ha comunque registrato un bilancio complessivo di 12 feriti. L’assalto al pullman dei bianconeri da parte di tifosi granata con lanci di sassi, poi l’esplosione di una bomba carta all’interno dello stadio che ha provocato il ferimento di nove persone, seguite da lanci di petardi e fumogeni da parte di entrambe le tifoserie con altri tre feriti. Ricoverati in ospedale alle Molinette, sono fuori pericolo. La Polizia ha già identificato diverse persone tra cui tre tifosi (due della Juventus e uno del Torino) già arrestati per le bombe carta, mentre altri due sono stati fermati prima dell’inizio del match.
La violenza è iniziata ancor prima del fischio d’inizio. All’arrivo del pullman della squadra bianconera, in via Filadelfia, è stato lanciato da alcuni tifosi granata un sasso che ha infranto un vetro del bus che trasportava i giocatori della Juve. Il pullman è stato anche oggetto di calci e pugni da parte di tifosi del Toro. Già durante la mattina, prima di questo episodio, si era verificato un tentativo di contatto nei pressi dello stadio torinese, verso le 11, fra le due tifoserie opposte. Sono intervenuti gli agenti della polizia di Torino, frapponendosi ai tifosi, prima che la situazione potesse degenerare.
Le forze dell’ordine hanno arrestato cinque persone, già note agli agenti e che ora saranno processati per direttissima. Proseguono intanto le indagini, mentre la Digos ha già fermato altre dieci persone e, nelle prossime ore, potrebbe salire il numero dei fermati.
Alfano: “Nessuna clemenza”
Intanto, dalla politica arrivano le condanne per gesti che continuano a rovinare il calcio e lo sport italiano, trasformando le città e gli stadi in scenari di guerriglia urbana. Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha fatto i complimenti alla Polizia per aver individuato i responsabili dell’assalto al bus juventino e del lancio della bomba carta. “Nessuna clemenza verso i nemici dello sport: questi sono i teppisti che vorrebbero rovinare una passione“, ha dichiarato il titolare del Viminale.
Tavecchio: “Atto eversivo”
“Non mi ricordo un episodio così grave. D’altronde, cosa c’è di più grave delle bombe?“, ha aggiunto Carlo Tavecchio, presidente della Figc. Per il numero uno del calcio federale, “buttare una bomba carta in una curva di uno stadio è un atto eversivo, oltre che premeditato. Ora per i responsabili ci vogliono sanzioni penali di massimo livello“.
Marotta contro i giornalisti
”Sicuramente si è è trattato di un fatto di grave violenza, deplorevole, secondo me preventivabile, frutto anche di alcuni giornalisti che spesso usano un linguaggio assolutamente contro di noi, non valutando quelli che sono invece i meriti sportivi”, ha commentato Beppe Marotta, proseguendo: ”E’ normale che poi la conseguenza della gente sia questa”, continua il dirigente ai microfoni di Sky Sport. ”La speranza – prosegue Marotta – è che non si arrivi veramente a un fatto grave di cui poi tutti noi dovremo pentircene’. Marotta chiarisce poi l’oggetto della sua polemica: ”Basta leggere un pezzo di stamattina su un autorevole quotidiano sportivo in cui veniamo tacciati di essere dei ladri”.
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