Svolta nelle indagini sull’omicidio di Desirée, la ragazza violentata e uccisa nel quartiere di San Lorenzo a Roma. La Polizia ha fermato a Foggia il quarto uomo indagato per la morte della 16enne avvenuta nella notte del 19 ottobre in uno stabile abbandonato. Si tratta di un cittadino gambiano.
(Aggiornamento del 26 ottobre)
Altri tre presunti responsabili erano stati fermati già il 25. Si tratta di Mamadou Gara, 27 anni, Brian Minteh, 43 anni, entrambi senegalesi, e il 46enne nigeriano Chima Alinno,
Sono fissati per sabato 27 mattina, nel carcere di Regina Coeli, a Roma, gli interrogatori di convalida per i fermati nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Desirée Mariottini. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di omicidio volontario, violenza sessuale e cessione di stupefacenti.
Il fermo è stato disposto a seguito delle attività investigative svolte dai poliziotti della squadra mobile di Roma e dal commissariato San Lorenzo, coordinate dai Magistrati del Gruppo Violenze della Procura della Repubblica di Roma.
La contestazione dell’omicidio volontario è legata al fatto che, secondo gli inquirenti, gli accusati erano consapevoli che quella dose di droga poteva uccidere. Quando la giovane si è sentita male, ne hanno abusato per poi lasciarla morire.
Le indagini hanno permesso di accertare che i fermati, nel pomeriggio del 18 ottobre hanno somministrato sostanze stupefacenti alla minore in modo da ridurla in stato di incoscienza e ne hanno abusato sessualmente, provocandone la morte avvenuta nella notte del 19 ottobre.
Desiré Mariottini, la 16enne stuprata e uccisa nel quartiere San Lorenzo a Roma, è stata per ore in stato di incoscienza prima di morire.
Secondo quanto ha ricostruito la polizia di Roma, la ragazza si sarebbe allontanata dalla sua abitazione dopo una lite con i parenti. Lite smentita dalla mamma della ragazza. Poi si sarebbe recata nello stabile di Via Lucani in seguito al furto del suo smartphone nella vicina piazza dell’Immacolata. Ma non era la prima volta che frequentava questo posto. Ci sarebbe stata almeno un paio di giorni prima della morte. E secondo gli inquirenti conosceva i pusher che le hanno fornito la droga.
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