Una detenuta 43enne di origini nigeriane è morta di fame all’interno del carcere Le Vallette di Torino. Ilaria Cucchi ha affermato che si tratta di una tragedia che non può essere tollerata.
A denunciare l’accaduto è stato il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Seppe, il quale ha affermato che le sollecitazioni da parte di medici e del personale del carcere sono state totalmente inutili. La donna, la quale aveva un figlio di quattro anni, si è lasciata morire di fame.
Nel carcere Le Vallette di Torino, una detenuta di 43 anni si è lasciata morire di fame. A dare la triste notizia è stato Seppe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria.
L’uomo ha spiegato che nulla è servito per indurre la donna a mangiare. La vittima aveva origini nigeriane era sposata con un figlio di quattro anni.
la detenuta era stata portata nel carcere di Torino dopo un lungo periodo di arresti domiciliari e le accuse a suo carico erano di immigrazione clandestina e tratta.
La donna non mangiava o beveva ormai da settimane. Monica Cristina Gallo, garante comunale per i diritti dei detenuti a Torino, ha affermato che l’ufficio non ha mai ottenuto informazioni dal carcere riguardo il caso di questa donna.
Anche la senatrice Ilaria Cucchi ha commentato la vicenda:
“Questa è una tragedia che non può essere tollerata in un Paese che si professa civile e democratico. Una morte di cui è responsabile lo Stato che aveva in custodia la vita della vittima”
Aggiungendo di non capire il ruolo dei sindacati degli agenti in questa vicenda. E terminando con la richiesta di fare chiarezza sulla questione.
Un’altra donna di 28 anni, a poche ore di distanza, si è impiccata nello stesso carcere a Torino. La donna di origini italiane, era stata trasferita nel carcere Le Vallette da Genova Pontedecimo.
A tal proposito, Seppe ha affermato che questi due tragici eventi hanno evidenziato il fatto che è necessario un netto cambio di rotta nelle politiche di gestione dei penitenziari italiani.
Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp ha affermato:
“A fronte di un’emergenza che appare insanabile non possiamo che ribadire l’estrema urgenza di provvedere a un commissariamento del sistema penitenziario italiano”.
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