Le detrazioni fiscali su ristrutturazioni ed efficienza energetica varranno con gli stessi livelli anche nel 2015. A confermarlo è stato Enrico Morando, viceministro dell’Economia, il quale ha affermato che sarebbe un errore renderle permanenti. Secondo Morando, infatti, questi incentivi rappresentano una possibilità da non sottovalutare, per aiutare il settore edilizio e per rilanciare quello delle energie rinnovabili.
Il Governo, quindi, non vuole rimandare ad anni successivi una norma, che si rivela importante. In particolare si punta all’efficienza energetica, perché si vede come la strada maestra, che può condurre alla lotta all’inquinamento, contribuendo a diminuire le emissioni di gas ad effetto serra. Anche l’Unione Europea si è occupata dell’argomento, stabilendo l’obiettivo del miglioramento del 20% dell’efficienza energetica entro il 2020. L’Italia si è impegnata nel raggiungimento di questo fine, soprattutto concentrandosi sulle case e sui sistemi di produzione. Gli esperti ritengono che proprio su questo tema il nostro Paese abbia le competenze giuste, per poter andare avanti in maniera sistematica. Servirebbero soltanto quelle strategie politiche, che possano portare ad una vera e propria rivoluzione nel settore.
L’Italia ha presentato una serie di programmi sul miglioramento energetico in tutti i campi, toccando anche i servizi, l’industria e i trasporti. Tutto ciò obbedisce all’esigenza di risparmiare milioni di tonnellate di petrolio, ma anche di arrivare ad un ridimensionamento economico, del valore, si calcola, di circa 9 miliardi di euro. La strada da compiere è, comunque, ancora lunga per l’Italia. In ambito europeo soltanto 8 Stati hanno recepito in maniera completa la direttiva dell’Unione sull’efficienza energetica. Se non si fa qualcosa per favorire la volontà di raggiungere l’obiettivo del miglioramento del 20%, l’Italia rischia di attestarsi circa al 18-19%. Non è certamente un traguardo da sottovalutare, perché siamo vicini a ciò che stabilisce l’Europa, però dobbiamo ancora darci da fare, perché il piano possa essere completato. Anche in ambito extraeuropeo si sta facendo molto: ad esempio la Cina ha investito circa 250 miliardi di dollari proprio nel settore dell’efficienza. Da ogni parte si registra la volontà di pensare ad un legame più esplicito fra energia e sostenibilità ambientale.