L’erogazione del Bonus 200 € è iniziata a luglio 2022 ma, secondo una circolare Inps, alcuni dovranno restituirlo. Questa misura rappresenta un contributo statale una tantum introdotto nel decreto Aiuti del mese di maggio.
E’ un sostegno rivolto ad oltre 31 milioni di beneficiari per far fronte all’aumento vertiginoso dei prezzi di energia e materie prime.
La circolare Inps diffusa il 24 giugno 2022 parla chiaro: in alcuni casi, chi ha ricevuto il Bonus deve restituirlo. In quali casi e perché?
Bonus 200 € decreto Aiuti: a chi spetta
Prima di riportare i chiarimenti contenuti nella circolare Inps del 24 giugno, ricordiamo a chi spetta il Bonus 200 euro previsto dal decreto Aiuti di maggio.
Ne hanno diritto a luglio:
- Pensionati;
- Percettori di reddito di cittadinanza;
- Lavoratori dipendenti.
Le altre categorie che riceveranno il bonus probabilmente ad ottobre sono:
- Titolari di collaborazione coordinata e continuativa;
- Lavoratori autonomi occasionali senza partita IVA;
- Lavoratori domestici con gestione Inps;
- Lavoratori stagionali intermittenti e a tempo determinato.
Per accedere al bonus, il requisito comune a tutte le categorie è il limite di reddito annuo 2021: non deve superare i 35mila euro lordi.
Bonus 200 €: chi deve restituirlo
Dopo aver erogato il Bonus, l’Inps procederà alla verifica reddituale dei beneficiari.
Ai sensi del co. 5 dell’art. 32 del decreto legge 50/2022 che regola l’incentivo, l’ente erogatore (Inps) provvederà alla notifica dell’indebito (in caso di importi corrisposti in eccedenza) entro l’anno seguente a quello in cui sono state acquisite le informazioni del reddito stesso.
La già citata circolare Inps lo chiarisce meglio: chi scopre di aver percepito nel 2021 un reddito che supera i 35mila euro lordi dovrà restituire il Bonus 200 euro. Lo stesso vale per chi lo riceve più di una volta o, nel frattempo, ha perso i requisiti.
Altri casi previsti dall’Inps per la restituzione del Bonus 200 €
Nella circolare, l’Inps ha specificato chiaramente che la restituzione del bonus vale in qualsiasi circostanza in cui venga successivamente accertata la “non sussistenza del diritto a prescindere dal requisito reddituale”.
C’è un altro paio di casi in cui si rischia di dover restituire l’importo del Bonus: la possibile ricezione del contributo una tantum da due differenti datori di lavoro (per i lavoratori dipendenti) e la revoca della pensione per la quale è stata riconosciuta l’indennità.