Luigi Di Maio, titolare del Ministero degli Esteri, sarà oggi (25 agosto) in Ucraina per incontrare alcuni membri del governo di Kiev e visitare alcuni luoghi simbolo dell’efferata guerra che si sta combattendo sul suolo ucraino ormai da sei mesi.
Di Maio è stato accompagnato nel suo viaggio anche da Luca Sabbatucci, capo di Gabinetto agli Esteri, e Luca Franchetti Pardo, Vicario del Direttore Generale per la sicurezza della Farnesina.
Per il ministro, ora leader del partito Impegno Civico assieme a Bruno Tabacci, è la prima volta nella capitale ucraina, sebbene non la prima nella nazione: già il 15 febbraio Di Maio aveva visitato il Paese, poco prima che Putin avviasse la sua “operazione militare speciale” il 24 febbraio.
Da quanto si apprende, il responsabile della Farnesina ed il suo team sono giunti via rotaia a Kiev, dove sono stati accolti dalla delegazione diplomatica italiana ivi residente. Alla stazione vi era difatti Pier Francesco Zazo, l’ambasciatore italiano in Ucraina, che accompagnerà il ministro nel corso della giornata di visite ed incontri.
Intanto resta alta l’allerta per il viaggio diplomatico italiano: nella notte missili russi sono piovuti sui territori circostanti la capitale attraversata dal fiume Dnepr e le autorità locali hanno perciò diramato una ordinanza per sollecitare la popolazione a trovare riparo nei rifugi anti-bombardamento.
Il programma che vedrà coinvolto Di Maio prevede innanzitutto una visita alla città martoriata di Irpin, poi un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a seguire un faccia a faccia con il proprio omologo Dmytro Kuleba, infine una conferenza congiunta, prima di risalire sul treno diretto verso Roma.
La prima tappa è tesa a mostrare e riaffermare l’efferatezza russa e la contemporanea resilienza e fermezza ucraina. La città di Irpin è infatti un piccolo comune nella periferia di Kiev, non lontana dalla tristemente nota Bucha.
Come in quest’ultimo abitato, anche Irpin fu conquistata dall’esercito moscovita durante i primi giorni di invasione per poi essere abbandonata alcune settimane più tardi in seguito alla decisione della nomenklatura russa di concentrare le forze di sfondamento in un’unica porzione di Ucraina, quella orientale, dove si trovano il Donbass e le zone portuali affacciate sul Mar Nero.
Terminato il tour, il ministro farà ritorno nella capitale per gli incontri diplomatici veri e propri nei quali, probabilmente, sarà ribadito il sostegno italiano ed europeo per la causa ucraina e per il diritto del territorio all’indipendenza ed alla autodeterminazione, nella ferma convinzione che ciò che Putin ha avviato il 24 febbraio sia irreparabile e necessiti una risposta dura, coesa e ferma.
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