Infuria la polemica per le parole di Luigi Di Maio sui romeni. In un post su Facebook, il vicepresidente della Camera e candidato premier in pectore del M5S ha scritto che “l’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE!“. Il commento di Di Maio è riferito al video dell’intervento del Procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, al SUM #01, convention del M5S organizzata a Ivrea. La frase di Di Maio ha scatenato grandi polemiche con l’intera comunità romena in Italia che si è sentita offesa tanto che è intervenuto anche l’ambasciatore romeno in Italia George Gabriel Bologan con una lettera di protesta pubblicata su La Stampa. Di Maio però non ha fatto retro marcia e ha anzi insistito, ribadendo il concetto con un secondo post: “C’è un fatto, che è inopinabile: “il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia“.
Il primo post che ha sollevato le proteste e le polemiche riguardava l’intervento del magistrato, avvenuto durante il convegno organizzato dal M5S. In quest’occasione, Ardita disse testualmente che “qualche anno fa, ma la situazione non è cambiata, il ministro rumeno, degli Interni se non sbaglio, ci comunicò che di tutti i mandati di cattura europei che riguardavano cittadini rumeni il 40% proveniva dall’Italia. Quindi questo significa che quattro rumeni su dieci che avevano deciso di andare a delinquere avevano scelto il nostro paese come luogo nel quale andare a delinquere, questo è un problema importante che riguarda la giustizia“.
Il dato viene ripreso da Luigi Di Maio. “L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE! Siccome in Italia la politica non ha mai voluto far funzionare la giustizia, anzi molto spesso l’ha sabotata volutamente, noi stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono più efficienti: come in Romania!“, scrive. L’unica soluzione, a suo dire, è “non votarli più per far cambiare le cose”.
La polemica è rimbalzata dai social ai media più tradizionali, con la comunità romena in Italia, la più numerosa d’Europa (1.071.342 sul totale di 2,5 milioni di romeni in tutta l’UE, cioè il 40% del totale – dato del Centro Studi e Ricerche Idos e Dossier statistico Immigrazione Caritas del 2013) che si è sentita tirata in ballo come “criminale”.
L’ambasciatore romeno in Italia ha scritto una lunga lettera di protesta, pubblicata da La Stampa, in cui stigmatizza l’intervento di Di Maio e il “messaggio, che al di là delle opinioni personali, offende tanti miei concittadini di buona volontà“. L’ambasciatore si dice “preoccupato quando le parole feriscono molte famiglie miste come sono state anche ad Amatrice o Rigopiano, oppure quando i bambini possono essere messi in uno stato di umiliazione, loro che sono i più deboli e indifesi, che vanno tutelati nella loro dignità e identità nazionale, nonché europea. Le parole possono indurre fiducia, trasmettere emozioni e speranza o far crollare sogni. “Pronunciare una frase significa svolgere un’azione che può distruggere o edificare”, come sosteneva John Austin“. Per questo, l’ambasciatore, ricorda come “la comunità romena è ben integrata, apprezzata per la sua presenza nel tessuto sociale italiano” e auspica una maggiore collaborazione tra i due paesi. “Al di là della dialettica politica interna che non mi riguarda, credo che i messaggi positivi possono dare di più, che la collaborazione e la volontà comune possono portare dei risultati“.
Tra i commenti più duri c’è quello di Gianni Pittella, presidente del Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. “Di Maio, che idiozia! Ma come può il vice presidente della Camera, un esponente di spicco del M5S lasciarsi andare a idiozie del genere sul conto di un intero popolo, quello romeno, che tanto ha dato in termini umani, sociali ed economici all’Italia. Non si tratta di razzismo ma ahimè di becera ignoranza. Torna a studiare Di Maio. Risparmiaci il tuo quotidiano festival delle idiozie“, ha dichiarato
La polemica però non ha fatto fare marcia indietro a Di Maio che anzi ha ribadito il concetto con un secondo post in cui dà dati più precisi su quanto affermato da Ardita. “C’è un fatto, che è inopinabile: “il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia” Non lo dico io, lo disse nel 2009 l’allora ministro romeno della Giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l’altro giorno a SUM #01 dal procuratore di Messina Ardita. Motivo per cui non ho nessun motivo oggettivo di mettere in dubbio questa affermazione“, ha scritto sempre su Facebook.
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