Durante la notte tra il 6 e il 7 giugno 2022 è stato raggiunto dai Paesi dell’Unione Europea l’accordo sul salario minimo.
L’annuncio è stato fatto su Twitter da Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea.
Si è raggiunto un accordo politico tra gli stati membri su una legge che garantisce salari minimi ed equi all’interno dell’Unione Europea.
Queste nuove regole salvaguarderanno la dignità dei lavoratori europei e garantiranno che il lavoro venga sempre retribuito.
L’intesa sulle disposizioni per un salario minimo è stata raggiunta dal Consiglio, dal Parlamento e dalla Commissione europea, ma dovrà essere approvata definitivamente dal Parlamento e dal Consiglio europeo.
Tale provvedimento favorirà lo sviluppo di salari minimi idonei nell’Unione Europea e la crescita della contrattazione collettiva, non andando però ad intaccare le diversità nazionali.
La presidenza francese è convinta che questo sia un passo importante per l’Europa.
Le tre istituzioni europee e cioè il Consiglio, il Parlamento e la Commissione, vogliono comunque impegnarsi nel rispettare tutte le tradizioni di tutti i ventisette Paesi dell’Unione, senza l’obbligo per nessuna Nazione di dover aderire alla legge sul salario minimo; sperano però nel riuscire a garantire per tutti i cittadini europei uno stile di vita decoroso, eliminando le disuguaglianze ed i contratti di precariato, che non assicurano una stabilità economica.
Nicolas Schmit, il commissario al Lavoro dell’Unione Europea, ci ha tenuto a ribadire che non sarà obbligatorio un salario minimo per l’Italia.
Il commissario è però convinto che dopo questa manovra anche il governo italiano si renderà conto del bisogno e si impegnerà nell’istituzione di un salario minimo nel nostro Paese, per aiutare tutti quei lavoratori non tutelati.
Il ministro del lavoro Andrea Orlando è a Parigi in questi giorni per la ministeriale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e da lì si esprime sulla nuova direttiva dell’UE, è soddisfatto del risultato raggiunto.
Il Movimento 5 Stelle è impegnato da circa nove anni nella creazione di una legge che tuteli tutti i lavoratori italiani, muniti di contratto, che percepiscono ancora uno stipendio al di sotto dei 9 euro l’ora, arrivando così alla creazione di un salario minimo unico per tutti.
L’appello del Movimento 5 Stelle è dalla sua creazione che viene ignorato dalla maggior parte delle forze politiche italiane, che soltanto ora, dopo l’arrivo dei dati da parte dell’OCSE, si stanno svegliando sull’argomento.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, conferma che la decisione sul salario minimo dell’UE, lascia spazio di manovra ai ventisette Stati membri dell’Unione, per cui è possibile poter respingere la legge proposta in base alle caratteristiche del proprio Paese.
Questo strumento, secondo il ministro, non deve e non può andare ad intaccare le contrattazioni esistenti in Italia.
L’Italia è uno dei sei Paesi dell’Unione Europea insieme a Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia a non avere una regolamentazione precisa sui salari minimi e con una discussione ancora aperta tra i partiti politici ed il governo.
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