Effettuato l’esame autoptico sul corpo della piccola Diana, la bimba di 18 mesi morta dopo essere stata lasciata da sola in casa dalla madre per 6 giorni.
I medici potranno fornire risposte più certe soltanto tra qualche settimana, quando arriveranno i risultati dell’esame tossicologico.
Analizzato anche il residuo di latte rimasto nella bottiglina trovata accanto al corpicino della piccola Diana, per capire se la mamma l’abbia sedata con le benzodiazepine trovate in casa, per evitare che piangesse o attirasse l’attenzione dei vicini mentre lei non c’era.
Non sembrano esserci dubbi sulle cause della morte della piccola Diana, la bimba di 18 mesi abbandonata per 6 giorni da sola in casa, dalla madre Alessia Pifferi.
La donna si era recata dal compagno fuori Milano – a Leffe, Bergamo – e aveva lasciato la piccola senza nessuno ad accudirla. Rientrata a casa dopo 6 giorni, l’aveva trovata senza vita e aveva lanciato l’allarme, raccontando che la bambina era stata affidata a una tata.
Gli inquirenti hanno ben presto scoperto che, quanto riferito dalla 37enne, era una menzogna.
La donna ha infatti ‘preferito’ salvaguardare la sua relazione, pur consapevole di mettere a repentaglio la vita di sua figlia.
Alessia Pifferi ha raccontato agli inquirenti che aveva immaginato quanto poi sarebbe successo a Diana, ma nonostante ciò, aveva scelto di non rientrare a casa, né di avvisare qualche parente, che avrebbe potuto prendere in carico la bambina mentre lei era fuori città.
La piccola Diana è stata trovata con accanto una bottiglina vuota del latte. La bambina era a pancia in su nella sua culletta, con addosso un pannolino ormai intriso di escrementi.
I primi risultati dell’autopsia confermano quanto si era temuto sin dai primi istanti di questa drammatica vicenda:
“La piccola Diana è morta di stenti”.
Si attendono nelle prossime settimane i risultati dell’esame tossicologico, per capire se la bambina sia stata sedata dalla madre, prima che Alessia Pifferi si chiudesse la porta di casa alle spalle, proprio per evitare che la figlia attirasse l’attenzione dei vicini di casa.
Se questa ipotesi fosse accertata, l’accusa per la 37enne potrebbe essere non più omicidio volontario, ma omicidio pluriaggravato, con l’aggravante della premeditazione.
Alessia Pifferi a quel punto rischierebbe una condanna all’ergastolo, senza poter usufruire del rito abbreviato.
I medici potranno fornire risposte più certe sulle cause della morte della piccola Diana soltanto tra qualche settimana, quando arriveranno i risultati dell’esame tossicologico, ma tutto – almeno per il momento – fa pensare a una morte di stenti.
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