Lo scorso marzo 2023 una diciassettenne ha denunciato alla Squadra Mobile e alla Procura di Genova di aver subito uno stupro di gruppo da quattro coetanei. Ora, a distanza di mesi, le forze dell’ordine sono riuscite ad identificare i colpevoli. Si tratterebbe di ragazzi tra i 17 e i 20 anni.
La ragazza sarebbe stata attirata in casa di uno dei giovani in Val Bisagno, con la scusa di una festa, per poi essere sottoposta alla terribile violenza.
I 4 ragazzi, durante gli interrogatori, hanno negato tutte le accuse a loro carico.
Ennesima vicenda da brividi quella avvenuta a Genova. Una diciassettenne è stata prima adescata e poi stuprata da quattro coetanei all’interno dell’abitazione di uno di loro.
La ragazza ha denunciato l’accaduto lo scorso marzo. Ora, a distanza di mesi, la polizia ha identificato i responsabili, i quali sono indagati per stupro di gruppo.
Secondo la testimonianza della giovane, la ragazza era uscita con delle amiche per trascorrere il sabato sera. I ragazzi l’hanno poi attirata in un’abitazione in Val Bisagno, quartiere operaio di Genova, con la scusa di una festa.
Solo al suo arrivo la diciassettenne ha scoperto che in realtà non c’era alcun party. A quel punto, i quattro ragazzi l’hanno costretta ad avere rapporti sessuali di gruppo. Stuprata prima in camera da letto e poi in bagno, nella doccia.
Subito dopo l’accaduto, la giovane ha trovato la forza di raccontare cosa era accaduto ai genitori, i quali l’hanno prima portata a fare delle visite mediche e poi a denunciare ciò che aveva subito.
Le indagini sono state affidate alla Squadra Mobile e alla Procura di Genova. Dopo mesi di attente analisi sono finalmente stati identificati i responsabili.
I giovani avrebbero tra i 17 e i 20 anni e durante gli interrogatori avrebbero negato tutte le accuse, parlando di “rapporti consensuali”.
Si tratta, dunque, dell’ennesimo caso di stupro che coinvolge giovanissimi. Vicende di questo tipo sono sempre più comuni e ciò appare preoccupante anche perché tutti i casi hanno delle similitudini.
Un vero e proprio problema sistemico che deve essere fermato, aumentando le pene nei confronti di tali atti e soprattutto fornendo un’educazione di base che punti a disintegrare la mentalità patriarcale che tende a rappresentare la donna come un oggetto da poter possedere a proprio piacimento.
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