Diego Armando Maradona compie sessant’anni. Non è stato solo un calciatore, ma il vero e proprio simbolo di una generazione, di un modo di vivere e di intendere il calcio.
Ha giocato nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys, e ha portato la maglia dell’Argentina per quattro mondiali, vincendo quelli del Messico ’86 da assoluto protagonista. Impresso nella memoria collettiva c’è quel quarto di finale contro l’Inghilterra vinto 2-1 dove Maradona prima segnò il gol di mano guidato dalla Mano de Dios, come disse lui stesso, e poi il Gol del secolo: partito da centro campo, fece 60 metri in 10 secondi, scartando 5 giocatori inglesi.
Una vita movimentata
Cresce nella periferia poverissima di Buenos Aires ed esordisce tra i professionisti a 16 anni nemmeno compiuti, record che verrà battuto dal padre di uno dei suoi nipoti, Sergio Agüero.
Nel 1984 arriva in Italia, a Napoli, col quale vincerà lo scudetto e la Coppa Italia ’87 e diventerà l’idolo di una città che non ha mai smesso di venerarlo come una divinità pagana.
El Pibe de Oro è così amato e così simbolico perché non è stato solo un calciatore: la sua vita sregolata è stata terribilmente affascinante.
Donne, figli e figli illegittimi, doping, cocaina, politica (sul braccio ha tatuato Che Guevara), vita non esattamente da atleta, oro, orologi, dichiarazioni controverse: Maradona è stato unico, nel bene e nel male.
Maradona o Pelé?
Quale giocatore è stato il migliore del ‘900? Maradona o Pelè, che ha giusto vent’anni più del Pibe de Oro? Il dibattito è acceso perché non c’è una risposta esatta: il calcio è una forma d’arte che va interpretata e che annovera diverse filosofie. Ma una cosa è certa: ancora oggi sono considerati l’emblema del calcio.
Forse, possiamo accostare a questo dubbio amletico quello contemporaneo che vede contrapposti Ronaldo e Messi, ma nessuno dei due, pur talentuosi e virtuosi del pallone, può anche lontanamente avvicinarsi a quell’aura di romantica sregolatezza che avvolge Diego Armando Maradona.