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Categories: Politica

Diego Della Valle in politica? Il patron di Tod’s deposita nome e logo

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Alla fine Diego Della Valle è pronto a scendere in politica sul serio. Secondo il sito de L’Espresso, il patron della Tod’s avrebbe già scelto il logo e il nome della nuova formazione politica. “Noi italiani”, questa la scelta, su tondo giallo, scritta in blu e bordo tricolore. Stando alle informazioni del settimanale, logo e nome sarebbero già stati depositati all’Ufficio Brevetti lo scorso 16 gennaio e nelle categorie relative alle attività tipiche di un partito. Le intenzioni sembrerebbero chiare: Della Valle sarebbe così l’ennesimo imprenditore a scendere in campo, usando l’espressione di berlusconiana memoria, pronto a lanciare la sfida ai professionisti della politica a partire dallo stesso Matteo Renzi, diventato il nuovo bersaglio del patron di Tod’s.

Le prime indiscrezioni sulla discesa in politica di Della Valle risalgono allo scorso settembre quando fu il Corriere della Sera a parlare delle intenzioni dell’imprenditore. Molto deluso da Matteo Renzi e dal suo esecutivo, avrebbe ventilato l’idea di creare un nuovo partito, senza politici di professione ma con imprenditori e personalità del mondo economico e del lavoro. Gli amici a lui vicini gli avrebbero sconsigliato di entrare in politica, ma la situazione per Della Valle è tale che potrebbe davvero scendere nel’agone della politica.

Il logo che, secondo L’Espresso, Diego Della Valle ha depositato per il suo partito

Della Valle contro Renzi

Dalla fiducia allo sconforto: così si può riassumere lo stato d’animo dell’imprenditore nei confronti del premier. Prima dell’arrivo a Palazzo Chighi, Della Valle era un fedelissimo di Renzi, un suo grande sostenitore, con cui condivideva idee e palcoscenici pubblici (a Firenze i due erano molto spesso vicini a seguire le partite della Fiorentina).

Poi l’arrivo al governo e il cambio di rotta con un nuovo esecutivo a marchio Renzi: una scelta che Della Valle non ha condiviso, chiedendo a suo tempo di lasciare continuare Enrico Letta, preparandosi nel frattempo una sua squadra di governo con persone competenti e valide.

L’ex sindaco di Firenze ha tirato dritto per la sua strada: ha mandato a casa il governo Letta, ne ha formato uno suo e ha iniziato la stagione delle riforme, a partire dal patto del Nazareno.

Tutti passaggi invisi al patron di Tod’s che ora potrebbe diventare un nuovo protagonista della scena politica, anche a dispetto dei consigli di chi gli è vicino, a iniziare da Luca Cordero di Montezemolo, di recente scelto come presidente della nuova Alitalia.

La delusione dell’imprenditore nei confronti del suo ex pupillo è palese: dopo l’incontro con Sergio Marchionne nell’ultima tappa del premier in viaggio negli Stati Uniti, Della Valle è andato giù pesante.

Lo ha fatto in un’intervista a Otto e mezzo su La7. “Sono due sòle, persone che non portano a compimento quello che dicono. Due lupetti scout che possono cantare attorno a un fuoco di quanto sono bravi”. E ancora: “Quando Marchionne racconta in giro per il mondo che l’Italia è un paese sfasciato, si dovrebbe vergognare perché non è vero e perché lui rappresenta un’azienda che ha succhiato all’Italia tutto quello che ha potuto”.

Renzi, continua Della Valle, dice di essere contro i poteri forti, eppure è andato da Marchionne che ne è un rappresentante e che “ha deciso di confermare la cassa integrazione per molti dipendenti e ha spostato il cuore di un’azienda all’estero”.

Il premier, insiste, non può affrontare la crisi attuale del Paese perché “non ha mai lavorato, non può parlare di lavoro come noi che lo conosciamo ogni giorno. Ha sempre fatto il politico”.

A complicare le cose, la sensazione di essere di fronte a un “ricatto” da parte del premier che continua a prospettare il baratro senza di lui al governo. Il timore dell’imprenditore è che Renzi possa riuscire a fare eleggere un prossimo Presidente della Repubblica a lui vicino, scelto con Silvio Berlusconi.

La situazione per Della Valle sarebbe diventata insostenibile ed è per questo che avrebbe in mente di mettersi in gioco in prima persona.

La sua squadra non sarebbe composta da politici di professione, come scrisse nel suo manifesto di tre anni fa “Politici ora basta”. “Tanti italiani non hanno più nessuna intenzione di farsi rappresentare da una classe politica che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà delle cose e dai bisogni reali dei cittadini”, mentre per uscire dalla crisi ci vogliono “serietà, competenza, buona reputazione, senso dello Stato e amore per il proprio Paese”.

Per questo i nomi che circolano sono quelli di Andrea Guerra, ex ad di Luxottica che disse no al premier all’epoca della formazione del governo, ma anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco o Alberto Bombassei, da imprenditore di successo (suo il gruppo Brembo) a parlamentare con Scelta Civica, che già si oppose alle scelte di Renzi.

Lorena Cacace

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