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Continuano gli arresti nell’ambito dello scandalo dieselgate: questa mattina il ceo di Audi Rupert Stadler è stato arrestato nella sua casa di Ingolstadt in Germania. Stadler era sotto indagine per frode ed è stato fermato per rischio di occultamento di prove. Stadler è ceo di Audi dal 2007 e dal 2010 fa parte del cda Volkswagen. Con Stadler il numero dei top manager del gruppo finiti in manette sale a sette.
Si continua dunque a indagare per fare luce sullo scandalo Dieselgate, la frode sui motori diesel e la falsificazione delle emissioni rivelate nel 2014 da una società noprofit americana. Lo studio ha messo in evidenza come le case automobilistiche coinvolte abbiano dichiarato su diversi modelli delle emissioni molto inferiori rispetto a quelle reali. Le persone indagate in Audi sono in totale 20: l’accusa è quella di aver venduto auto dotate di software che disattivava i controlli delle emissioni durante la guida.
Da quando lo scandalo ha travolto i vertici Volwkswagen una delle prime teste a cadere è stata quella dall’ex amministratore Martin Winterkorn, costretto a dimettersi e tuttora sotto inchiesta negli Usa. In Germania la Procura di Monaco di Baviera ha messo sotto indagine Volwkswagen, mentre altre inchieste parallele procedono in diversi altri paesi.
Due settimane fa l’agenzia federale dell’auto aveva ordinato il richiamo di 60.000 Audi A6 e A7 dopo la scoperta di dispositivi taroccati. E a fine maggio erano state ordinate perquisizioni in azienda e nei domicili degli indagati.
Volkswagen, proprietaria di Audi, ha già pagato una sanzione da 1 miliardo di euro decisa dalla procura di Stato di Braunschweig.