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Categories: Motori

Differenza tra sospensioni e ammortizzatori: per atterrare sul morbido

A volte si parla di sospensioni, altre di ammortizzatori. Spesso capita di considerare questi organi dell’auto come la stessa cosa. Niente di più sbagliato. Ma allora che differenze ci sono tra sospensioni e ammortizzatori? Vediamolo in modo schematico.

In realtà è molto semplice: gli ammortizzatori fanno parte delle sospensioni, sono uno dei loro componenti. Ma non sono tutte le sospensioni. Queste ultime prendono il loro nome dalla propria funzione: separano le masse sospese da quelle non sospese. Le masse sospese del veicolo sono il telaio, la carrozzeria, l’abitacolo e il motore. Le masse non sospese sono i pneumatici.

Il compito delle sospensioni è quello di assorbire gli effetti del contatto tra ruote e terreno, quindi attenuare le varie sollecitazioni, cioè vibrazioni, scossoni e urti. Se non ci fossero le sospensioni, il veicolo sarebbe totalmente instabile e pericoloso, nonché estremamente scomodo. Non si tratta di un’invenzione recente: i primi esperimenti sulle carrozze a cavalli risalgono ai primi del Cinquecento.

Esistono diversi tipi di sospensioni. Le più antiche sono appunto quelle mutuate dai veicoli a trazione animale, del tipo a balestra. Oggi sono praticamente sparite dai veicoli stradali. La maggior parte degli automezzi attuali usa sospensioni a molle: la loro compressione assorbe le sollecitazioni.

In passato si usavano sulle auto anche sospensioni pneumatiche, che permettevano regolazioni sofisticate variando il grado di comprimibilità dell’aria. Sono poi rimaste celebri le sospensioni idropneumatiche ideate dalla Citroën negli anni Cinquanta con la DS: un circuito d’olio si aggiungeva a quello del gas, permettendo una variazione continua dell’assetto; indimenticabile la capacità della DS di proseguire la marcia anche su tre ruote.
Oggi alcuni costruttori usano sospensioni idrauliche o pneumatiche ancora più sofisticate, dotate di controllo elettronico e in grado di variare l’assetto in modo molto preciso.

Ma il tipo più diffuso ed economico è ancora quello che prevede l’uso delle molle elicoidali. Gli ammortizzatori sono il loro complemento principale. Infatti se non ci fossero, la marcia sarebbe estremamente irregolare. Addirittura le ruote rischierebbero di staccarsi, se prendessero una buca molto profonda. Gli ammortizzatori sono quindi fondamentali per rendere graduale il movimento elastico del veicolo quando risponde alle varie sollecitazioni del terreno.
L’effetto di un’auto senza ammortizzatori si può provare molto da vicino quando si guida con gli ammortizzatori scarichi. Infatti la vettura comincia a vibrare forte ad ogni sconnessione, accentuando il movimento elastico. Insomma, la macchina tende a rimbalzare ad ogni dosso, cunetta, curva o frenata. La sbandata è sempre in agguato.
Generalmente è bene effettuare un controllo degli ammortizzatori ogni 20 o 30.000 Km. Superati gli 80.000 è il caso di pensare a sostituirli. Dopo i 100.000 viaggiare può diventare pericoloso. Questo sempre ipotizzando un uso regolare dell’auto, evitando buche e carichi eccessivi. Altrimenti l’usura è anche più rapida.

Roberto Speranza

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