Mentre i media internazionali sono molto concentrati sulle prime settimane di presidenza di Donald Trump, gli Usa sono in ansia per le sorti della diga Oroville in California, che rischia di crollare a seguito dei danni riportati dalle forti piogge degli ultimi giorni. Il governatore dello Stato Jerry Brown ha dichiarato lo stato di emergenza in tre contee, e circa 200mila persone sono state evacuate nei giorni scorsi da Oroville, Palermo, Gridley, Thermalito, South Oroville, Oroville Dam, Oroville East e Wyandotte: il 15 febbraio l’ingiunzione di evacuazione è stata revocata e i cittadini sono tornati nelle loro case in assenza di rischi immediati dopo essere stata ridotta a semplice allerta, che resta comunque elevata, tanto che agli abitanti è stato detto di tenersi pronti a fuggire di nuovo perché ‘le condizioni possono cambiare rapidamente‘. Intanto continuano i lavori di riparazione, con gli elicotteri che solcano il cielo lanciando enormi sacchi di pietre nella crepa che si è formata sul bordo della valvola d’emergenza: quali nefaste conseguenze possa provocare il crollo di una diga lo abbiamo già potuto osservare negli ultimi anni con quanto accaduto in Brasile nel 2015.
Si tratta della diga più alta di tutti gli Stati Uniti con i suoi 230 metri con cui si impone sul paesaggio circostante: la diga Oroville si trova a circa 250 chilometri a nord-est di San Francisco, e serve la rete idrica più grande di tutta la California, fornendo acqua non soltanto ai residenti, ma anche per l’agricoltura alla Central Valley e alle aziende collocate nel sud dello Stato. Secondo quanto riferiscono i media locali, una crepa si era formata nello scarico di emergenza, dopo che il principale canale di scarico era stato a sua volta danneggiato dalle forti piogge degli ultimi giorni. E di certo non aiutano le previsioni meteo che annunciano ancora piogge, per quanto il livello di allerta sia leggermente diminuito rispetto al bollettino dei giorni precedenti, e la situazione sia stata definita stabile da Brad Alexander, portavoce del protezione civile californiana.
Intanto televisioni e siti web rilanciano da un lato le spettacolari e allo stesso tempo drammatiche immagini che mostrano le acque del lago di Oroville, una delle risorse idriche artificiali più grandi di tutta la California, che straripano sotto forma di cascate, mentre dall’altro resta indelebile il filmato della popolazione in auto abbandona le proprie case situate nei luoghi limitrofi. La rottura potrebbe causare un rilascio incontrollato delle acque della diga Oroville, poiché in 50 anni mai il livello era stato così elevato: ‘Ci sono ancora molte incognite. Abbiamo bisogno di continuare ad abbassare il livello d’acqua del lago e dobbiamo dare al dipartimento delle Risorse Idriche il tempo per valutare appieno la situazione in modo da capire se sia il caso o meno di ripopolare la zona‘, ha dichiarato ai media lo sceriffo della contea di Butte, Kory Honea. Ci sarà poi il tempo, quando sarà passata la fase più critica di emergenza, di riflettere sullo stato delle dighe negli Usa e altrove, viste anche le conseguenze sugli ecosistemi e la salute dei fiumi: ora gli occhi sono tutti incollati sulla diga Oroville e la sua strenua lotta contro le crepe e il meteo, affinché non crolli provocando danni consistenti al territorio.
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