Tecnologia e digitalizzazione dovrebbero ormai essere diventate il nostro pane quotidiano: quasi tutti gli ambiti della nostra vita ormai sono stati “messi online”, dai servizi della Pubblica Amministrazioni agli investimenti bancari. L’Italia, però, non sembra aver reagito bene a questa spinta digitale: il portale di investimento eToro ha commissionato al Cebr (Center for Economics and Business Research) uno studio riguardo la penetrazione delle tecnologie digitali in diversi Paesi eurpei e gli sbocchi futuri. Ne è risultato il “Digital Transformation Index“: ma sui nove Paesi europei in esame (Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Regno Unito), l’Italia risulta il secondo Paese più svantaggiato per entrambi i parametri, il “Digital Engagement” e il “Digital Growth”. Solo la Romania si attesta a livelli di penetrazione digitale inferiori all’Italia.
La ricerca di Cebr ha utilizzato due sottoindici per classificare i Paesi: il Digital Engagement mappa la diffusione delle tecnologie digitali, mentre il Digital Growth tiene contro del potenziale di espansione in futuro.
Dai dati raccolti, si evince che l’uso continuato e costante delle tecnologie digitali, come in tutti gli aspetti della vita, porta ad una maggiore capacità e sicurezza. Il nostro Paese però non sembra essere così avanti: facendo l’esempio dell’online banking (la tecnologia con cui gli europei interagiscono più regolarmente, il 77% ne fa uso almeno una volta alla settimana), in Italia solo più di un terzo (36%) degli utenti vi accede almeno ogni tre mesi (in Danimarca e Paesi Bassi siamo al 91%).
Covid-19, sempre secondo lo studio di eToro, ha avuto un forte impatto sull’accelerazione del digitale: oltre un terzo degli intervistati ha dichiarato di aver iniziato ad utilizzare le tecnologie digitali al di fuori del campo lavorativo proprio in questo periodo. È quindi sensato aspettarsi dei cambiamenti lungo termine nelle preferenze e nelle abitudini, come già ha rilevato lo studio nel settore finanziario.
Lo scoppio della pandemia di COVID-19 ha infatti provocato un’ondata di interesse nei mercati finanziari nel 2020, un fenomeno molto forte anche in Italia. Il 20% degli intervistati infatti prevede un maggiore coinvolgimento negli investimenti finanziari al termine dell’ondata pandemica.
Barbara Alemanni, Affiliate Professor alla SDA Bocconi School of Management e ricercatrice esperta di finanza comportamentale e di Fintech ha spiegato: “L’indice di trasformazione digitale presentato da eToro mostra come l’atteggiamento dei consumatori europei verso il digitale stia mutando velocemente, in particolare nell’ambito finanziario. I dati consentono di registrare una forte correlazione tra la familiarità dichiarata e l’uso della tecnologia. L’affordance, parola utilizzata in psicologia e nel design per definire la naturalezza di comprensione di una situazione o di un oggetto, nel Fintech è alta e aiuta a comprendere come le persone si trovino a proprio agio davanti a decisioni complicate come l’investimento o il trading azionario. L’elevata partecipazione al mercato azionario attraverso piattaforme online da parte degli investitori retail cinesi suggerisce la strada che si può delineare anche in Europa e la ricerca condotta da eToro appare confermare questo trend, in particolare in Paesi come l’Italia dove il grado di adozione è più alto”.
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