Con l’aggiornamento del digitale terrestre, alcuni canali potrebbero non essere più visibili ad alcuni utenti. Vediamo quali e perché.
Negli ultimi anni, il mondo della trasmissione televisiva ha subito una profonda trasformazione con il passaggio non ancora completamente concluso dall’analogico al digitale terrestre.
Digitale terrestre: cos’è
Il passaggio al digitale terrestre ha portato numerosi vantaggi e opportunità, ma ha anche generato qualche problematica per quegli utenti abituati al vecchio sistema.
Tuttavia, i vantaggi del digitale sono svariati; la qualità audio e video è superiore; grazie alla tecnologia digitale, gli spettatori possono godere di immagini nitide, colori vividi e audio chiaro.
Inoltre, il digitale permette di trasmettere un maggior numero di canali rispetto all’analogico, offrendo agli utenti una scelta più ampia di programmi televisivi.
Con il digitale è possibile l’integrazione di servizi interattivi, come l’accesso a guide elettroniche ai programmi, informazioni aggiuntive sui contenuti e funzioni di registrazione. Queste caratteristiche arricchiscono l’esperienza televisiva dell’utente, offrendo un maggiore coinvolgimento e controllo sulle proprie scelte di visione.
Anche le frequenze possono essere gestite meglio, ottimizzando lo spettro radio disponibile e consentendo una maggiore efficienza nella trasmissione dei segnali.
Ciò significa che più canali possono essere trasmessi utilizzando lo stesso spettro, lasciando spazio per ulteriori sviluppi tecnologici e servizi innovativi.
Tuttavia, il digitale terrestre, sulle televisioni vecchie e non dotate di ricettore integrato, ha bisogno di un dispositivo a parte che va installato.
Tale installazione potrebbe essere stata sfidante. Tant’è che, con gli svariati aggiornamenti e l’obsolescenza delle apparecchiature tecnologiche, molti utenti hanno dovuto fare degli investimenti aggiuntivi. Ciononostante, alcuni canali potrebbero andare perduti per sempre. Vediamo quali.
I tre canali che andranno perduti
Il 2022 ha visto l’introduzione del Digitale Terrestre di seconda generazione. Si tratta, cioè, di una tecnologia che si avvale dello spegnimento della frequenza da 700 MHz.
Il formato MPEG-2 viene dismesso, favorendo quello di tipo 4. Ciò ha implicato che dalla fine dell’anno scorso, i canali hanno dovuto adeguarsi allo standard definito dal Mise.
Di conseguenza, anche se è aumentato il numero dei canali, molti hanno cambiato le loro frequenze. Con l’avvento del 2023, poi, i canali non HD che funzionavano ancora, hanno smesso di funzionare con il tempo.
Basti pensare ai canali Rai ovvero: Rai 1, Rai 2 e Rai 3 che attualmente possono essere visibili soltanto nel formato HD.
Ciò significa che sono oscurati laddove non si disponesse di una televisione o un decoder che possiede la dicitura DVB-T2.
Se prima tali canali erano ancora visibili sui canali 501, 502 e 503 oggi hanno visto la definitiva sostituzione.
Il 2023 è l’anno che il MISE ha scelto per la sostituzione e periodo ultimo per l’adeguamento.
Inoltre, c’è da considerare che la copertura del segnale digitale terrestre può variare da area a area. Alcune zone potrebbero aver richiesto l’installazione di nuove antenne o ripetitori per garantire una buona ricezione del segnale. Ciò ha comportato costi aggiuntivi per le autorità locali e per gli utenti che dovevano adattare i loro impianti di ricezione.