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Cronaca

Dimesso il bimbo colpito da un proiettile a Pomigliano d’Arco

È stato dimesso il bimbo di 18 mesi ricoverato a Napoli dal 15 luglio, dopo che un proiettile lo ha raggiunto all’addome in zona Pomigliano d’Arco.

Ospedale Santobono Napoli – Nanopress.it

Il piccolo si trovava nella struttura pediatrica per le gravi condizioni in cui versava, però è migliorato ogni giorno di più fino alla bellissima notizia di oggi. Grazie alle cure mediche, è stato dichiarato fuori pericolo ed è potuto tornare dalla sua famiglia.

Dimesso il bimbo ferito a Pomigliano d’Arco

Una buona notizia quella di oggi, poche ore fa infatti il bambino di 18 mesi che il 14 luglio è sato raggiunto da un proiettile all’addome, è stato dimesso. Poteva morire, in effetti le sue condizioni erano critiche quando è arrivato nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, ma grazie alle cure del personale medico è migliorato ogni giorno di più e oggi è tornato dai suoi genitori.

Il piccolo è originario di Pomigliano d’Arco e si trovava in casa quando un colpo partito per sbaglio da un’arma che il nonno stava pulendo, lo ha raggiunto all’addome. Subito è partito l’allarme e il piccolo è stato portato nella struttura pediatrica, subito intubato.

Però dopo poche ore dall’arrivo, le condizioni erano già state stabilizzate e respirava in autonomia, così i sanitari lo hanno estubato. A parlare dell’operazione chirurgica è stato il direttore del reparto di chirurgia pediatrica, Giovanni Gaglione. Il dottore era in ferie quando dai colleghi ha saputo cosa era accaduto, così è rientrato e si è messo a disposizione per aiutare il bambino.

“Le armi sono cose che appartengono agli adulti, è incredibile che ancora vengano maneggiate in presenza dei bambini. So che il nonno non aveva cattive intenzioni ma bisogna capire che è pericolosissimo anche solo pulire l’arma in presenza di minori. Non ci dobbiamo abituare a notizie del genere, vanno sempre e comunque condannate”.

In effetti, il nonno è stato denunciato e la sua posizione sarebbe stata molto più grave se il piccolo fosse morto.

L’operazione chirurgica

Per quanto riguarda l’operazione, tramite la tac i sanitari hanno subito capito che il proiettile si muoveva nella cavità addominale, infatti in un primo esame si trovava al livello del fegato mentre poi si è spostato nella vescica.

I medici si sono consultati per capire quale fosse l’opzione migliore per rimuovere il proiettile e riparare i danni che aveva causato, fortunatamente senza toccare con precisione nulla di vitale. Con un’unica incisione, l’equipe è riuscita a riparare le perforazioni al fegato e al colon, inoltre ha eseguito anche una trasfusione perché comunque la piccola vittima aveva perso molto sangue.

Il proiettile, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, ha iniziato il percorso dalla coscia, poi ha sfiorato l’arteria femorale e la vena cava inferiore.

Intervistato da Fanpage, il dottor Gaglione ha precisato che il bambino non è stato dichiarato fuori pericolo fin da subito, sebbene le condizioni siano migliorate dopo l’intervento. C’era infatti – come ha spiegato – il problema dell’alto rischio di infezione correlato alle ferite di arma da fuoco. Si tratta infatti di un corpo estraneo che entra nel corpo attraversando i tessuti e portando con sé brandelli di vestiti e frammenti ossei.

Bimbo in ospedale – Nanopress.it

C’era poi un’altra cosa da tenere in considerazione, la lesione del fegato. Rispetto ad alcune perforazioni più lievi, la ferita a questo organo era molto grave perché il proiettile lo ha trapassato arrivando poi anche al diaframma.

Quindi nonostante i segnali positivi di un buon decorso, come la respirazione senza bisogno di macchinari e il non aver bisogno di altre trasfusioni, il bimbo doveva rimanere sotto osservazione ancora per un po’ prima di sciogliere la prognosi. Però oggi è arrivata la bellissima notizia e la famiglia è felice di poter abbracciare di nuovo il bimbo che davvero ha passato momenti terribili, cerchiamo di ripercorrerli in breve.

L’incidente

Era una serata come tante in via Giorgio La Pira a Pomigliano d’Arco e un bambino di 18 mesi si trovava in casa con i genitori e il nonno, istruttore di tiro che stava pulendo una delle sue amate pistole, ne ha infatti altre 9 e 6 fucili.

Improvvisamente è partito un colpo dalla Beretta calibro 6,35 che ha colpito in pieno il nipote. Poi la chiamata al 118 e la corsa al Santobono di Napoli a sirene spiegate perché è stato dichiarato codice rosso.

Subito è stato ricoverato in terapia intensiva e nella notte ha subito l’importante operazione che abbiamo appena descritto, durante la quale è stato estratto il proiettile. Sono state ore di ansia per la famiglia e il nonno, devastato dal senso di colpa, ha pregato che il piccolino potesse salvarsi, non dandosi pace per la disattenzione che poteva costargli la vita.

Sulla vicenda sono partite le indagini della Squadra Mobile della Questura di Napoli, che hanno proceduto anche con la denuncia verso l’uomo per lesioni colpose aggravate, che ha detto che l’arma gli è caduta dalle mani mentre la stava pulendo e in quel frangente, ha sparato da sola.

Carabinieri – Nanopress.it

È stato ascoltato per ore dagli investigatori e dai genitori del bambino, allo scopo di ricostruire quanto più chiaramente possibile la dinamica. Ora questa sembra più nitida che mai ma la notizia di oggi ci consente di lasciarci alle spalle questa brutta storia, ricordando però le parole del medico, che chiede di continuare a condannare la superficialità che porta poi a incidenti simili.

 

 

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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