Il reddito disponibile dei nuclei familiari cresce dello 0,8%.
Un dato accanto al quale è presente anche una notevole crescita dei prezzi di consumo durante il 2022.
Cosa accade al potere di acquisto delle famiglie
In base a ciò che afferma l’Istat, sembra che in Italia ci sia stato un grande calo del potere d’acquisto pari al -3,7% durante il quarto trimestre del 2022. Il reddito disponibile è cresciuto dello 0,8%, un dato accanto al quale troviamo anche una grande crescita dei prezzi al consumo durante lo stesso periodo.”
L’istituto di statistica quindi riferisce che la tenuta della spesa riguarda i consumi finali “si è dunque accompagnata a una marcata flessione del tasso di risparmio”. In particolare modo, in base a ciò che afferma l’Istat, il reddito delle famiglie ha visto un aumento dello 0,8%, anche se i consumi sono aumentati del 3%.
Il risparmio delle famiglie italiane è stato del 5,3%, un valore diminuito di due punti se si fa il confronto con i primi tre mesi precedenti. A questo riguardo l’Istat infatti afferma: “A fronte di una variazione del 4,7% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 3,7% rispetto al trimestre precedente”.
La diminuzione della pressione fiscale e cosa è accaduto al PIL durante il quarto trimestre
In linea di massima è possibile affermare che durante il 2022 si è registrata una pressione fiscale pari al 43,5% del PIL con un aumento di 0,1 percentuali se si fa il confronto con il 2021. E questo ciò che è possibile leggere all’interno del comunicato Istat.
Se invece si fa riferimento alle entrate appartenenti sempre al quarto trimestre del 2022, è possibile affermare che questi hanno avuto un aumento del 6,8% mentre l’incidenza sul PIL che si è registrata era pari al 56,5% con un aumento di 0,1 punti percentuali: “Complessivamente, nell’anno 2022, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 48,8%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021”.
Durante il quarto trimestre dello scorso anno si è registrato anche un peggioramento di 0,7 punti percentuali delle PIL.
Infatti, questo è ciò che è accaduto nel periodo dell’insediamento delle amministrazioni pubbliche, ossia quando, in rapporto al PIL, il valore era pari al – 5,6%. E’ migliorato invece di 0,5 punti percentuale percentuali il saldo primario con un’incidenza dello -0,7% sul PIL.
Infine, il saldo corrente offre dei dati positivi in quanto hanno un’incidenza dell’1,3% sul PIL.