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Ultimo giorno per Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica. Alle 12 di mercoledì 14 gennaio il presidente dimissionario è uscito dal Quirinale, ricevendo gli onori militari, e si è recato nel suo appartamento al rione Monti. Le dimissioni sono arrivate il giorno dopo la fine della presidenza italiano al semestre europeo. “Sono contento di tornare a casa“, aveva risposto a un bambino nel corso di una cerimonia della Polizia davanti al Quirinale il 13 gennaio. “Qui si sta bene, è tutto molto bello, ma è un po’ una prigione. A casa starò bene e passeggerò“, dice ancora. Dai microfoni di RaiNews24 fa poi il suo ultimo augurio al Paese, di essere “unito e sereno“. “Viviamo in un mondo molto difficile. Abbiamo visto nei giorni scorsi cosa è successo in un Paese vicino e amico come la Francia. Siamo molto incoraggiati dalla straordinaria manifestazione di Parigi, bisogna stare in guardia, ma non fare allarmismo“. Un richiamo, l’ennesimo, all’unità della Nazione in particolare “di fronte alle questioni decisive e nei momenti più critici”, come saluto dopo 9 anni di mandato.
Che tutto fosse giunto alla fine è stato chiaro fin dalle prime ore della mattina del 13 gennaio, quando Matteo Renzi, nel discorso di chiusura del semestre italiano, ha chiesto e ottenuto un lungo applauso per Napolitano, “convinto europeista, che si appresta a lasciare“.
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Renzi sapeva quali erano le intenzioni del Capo dello Stato, illustrate in quello che è stato l’ultimo incontro tra i due, avvenuto il 12 gennaio, in cui Napolitano ha chiesto di continuare sulla strada delle riforme. Sempre ieri, l’ultimo saluto al grande regista napoletano Francesco Rosi, suo intimo amico scomparso lo scorso 10 gennaio.
Ora per il Paese si apre una delicata fase politica con l’elezione del suo successore. Il premier si dice certo che tutto andrà per il meglio, ma le insidie sono molte. Nel frattempo sarà il presidente del Senato Pietro Grasso come seconda carica dello Stato a farne le funzioni, mentre spetta a Laura Boldrini la convocazione delle Camere in seduta comune per l’elezione.