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Categories: Spettacoli

Dimmidite: Rai Uno sperimenta ma con cautela

[didascalia fornitore=”ansa”]Niccolò Agliardi[/didascalia]

Negli ultimi mesi, come forse mai prima d’ora, la figura del cantautore ha trovato spazio e visibilità sul piccolo schermo. E’ stata prima la volta di Manuel Agnelli, poi di Brunori Sas, protagonisti di due nuovi e interessanti proposte che Rai Tre ci ha regalato in questo 2018. Adesso è l’ammiraglia Rai a mettersi in gioco con una trasmissione scritta e condotta (anche se il termine “conduzione” rischia sicuramente di essere riduttivo e di andare stretto a questo genere di programmi) da Niccolò Agliardi. “Dimmidite” è il suo titolo. Il format è senza dubbio innovativo: la “materia prima” sono le storie vere da un lato e la musica dall’altro.
Agliardi va alla ricerca di storie di forza, di coraggio, storie speciali. E le trasforma in testo e musica. Così “Dimmidite” ci fa vedere come nasce una canzone: ci mostra le riflessioni, le prove, i confronti da cui prende a poco a poco vita. Ad aiutare il cantautore in questa appassionante impresa ci sono i musicisti della sua band e altri volti noti della canzone italiana.

Ogni puntata si snoda dunque tra il racconto delle storie di vita, attraverso le immagini e le parole di coloro che ne sono protagonisti, e il racconto della nascita della canzone: un racconto che, un po’come in un reality, ci mostra Agliardi e i suoi collaboratori mentre lavorano nel loro loft, raccogliendone anche pensieri, impressioni, emozioni.

Due filoni che si intrecciano riprendendo modalità narrative ormai consolidate, ma calandole in un contesto nuovo. E, alla fine della puntata, queste due tracce si riconnettono fisicamente: i protagonisti della storia assistono a un concerto speciale, di cui essi sono gli unici spettatori live.

“Dimmidite” affascina e il suo fascino è quello della rivelazione: ci porta quasi per mano a scoprire quello che c’è dietro a un prodotto artistico di cui solitamente possiamo solo apprezzare il risultato finale. Così lo svelamento dell’apparato televisivo – le telecamere che riprendono ciò che avviene nel loft – si riconnette allo svelamento del processo che porta alla nascita della canzone.

Un esperimento interessante, anche se, per la verità, non del tutto scevro da qualche nota di buonismo di cui la maggior parte dei programmi Rai non riescono, o meglio non intendono, liberarsi.

Una tv che si concede di sperimentare, sì, ma con molta prudenza: non per niente “Dimmidite” va in onda in seconda serata. Forse, per questo programma, valeva la pena osare un po’ di più.

Maria Elisabetta Santon

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