La tradizione vuole che quando si parla di guerra, ci si deve immergere, obbligatoriamente, in uno stato di tristezza, di malinconia, di cattiveria negativa per rievocare tutto ciò che la sofferenza e la povertà della guerra ha portato a suo tempo ma Dino Battaglia non si ferma a rappresentare uno stereotipo di uno dei cancri dell’umanità dalle origini della nostra esistenza ma ci illustra il lato meno conosciuto, più vigliacco, viscerale, più vero e umano della guerra e lo fa in un modo bellissimo.
La NPE (Nicola Pesce Editore) ha voluto pubblicare una nuova edizione di Maupassant – Dino Battaglia. Un cartonato di 21 x 30 per 128 pagine a € 14,90. Un rapporto qualità prezzo molto invitante proposto dalla casa editrice per un’opera unica nel suo genere. Dino Battaglia reinterpreta Guy Maupassant e lo fa con grande cura nei dettagli ma senza abbandonare il suo tratto stilistico.
Questo volume esce a distanza di più di trent’anni dalla morte di Dino Battaglia, uno dei maestri del disegno, del fumetto, dell’illustrazione cosi pregna di sentimento. Battaglia, nato nel 1923 a Venezia, ha visto la guerra con i suoi occhi e soprattutto ha visto gli effetti che questa ha portato nelle città, nel paese e nel cambiamento dei rapporti umani tra persone che fino a qualche tempo prima andavano insieme al bar all’angolo.
Nel volume troverete una serie di storie a fumetti: Due Amici, Saint Antoine, L’Avventura di Walter Schnaffs, Un colpo di Stato, Palla di Sevo, Mamma Sauvage, La signorina Fifì e Milon alcuni episodi di Racconti della guerra franco-prussiana iniziati da Mauppasant nel lontano 1887.
E’ assolutamente stucchevole il modo in cui Dino Battaglia riesce a disegnare l’ambiente circostante, i dettagli vengono lasciati alle spalle delle persone, Battaglia preferisce dare risalto ai volti, alle emozioni di ogni individuo che realizza e caratterizzarlo al meglio a volte tralasciando quasi il mondo circostante perché ciò che importa è carpire la personalità, l’identità e l’emozioni delle persone coinvolte.
In questo albo, Battaglia ha rivisitato diverse storie, è riuscito a raccontare la guerra e a disegnarla nel modo più reale possibile. Ciò che maggiormente mi ha colpito è quanto scrive, in relazione ai disegni di Battaglia, Gianni Brunoro nella sua introduzione Amore per l’Ottocento:
“i ritratti da un antimilitarista come Battaglia. È un mondo per il quale egli è l’illustratore ideale. Il suo apparente calligrafismo è in realtà una raffinata maniera di interpretare un momento storico già allora al tramonto e che noi, oggi, rivediamo semmai con un pizzico di romanticismo. Ma in Battaglia trapela uno scrupolo documentario di rara efficacia visuale, eppure soffuso di una specie di affettuosa ironia”.
Dino Battaglia nasce a Venezia il 10 agosto del 1923, frequenta le scuole dell’obbligo anche se ammette, in qualche vecchia e impolverata intervista, che qualche volta ha bigiato per spassarsela in giro per la città. Nel 1937 inizia il Liceo Artistico vista la sua inclinazione per il disegno. Già da piccolo era considerato un grande talento e il Liceo lo aiuta a crescere. Poi impatta su di lui, e su tutto il mondo, la seconda guerra mondiale e per questo interrompe gli studi ma a guerra finita entra nel gruppo di lavoro costruito da Faustinelli. A bordo, insieme a lui, ci sono Ongaro, Pratt e altri grandi del fumetto di metà ‘900.
Nel 1950 si trasferisce a Milano, da sempre una delle città più all’avanguardia e un polo industriale e commerciale dove gli artisti possono lavorare e trovare nuovi contatti per nuove collaborazioni. In questi anni collabora con Mondadori, con il Corriere dei Piccoli, con la rivista i Vittoriosi e con la Bonelli. Nel ’67 ha disegnato Moby Dick, poi a collaborato con Linus per poi disegnare racconti di fenomeni come Poe, Lovercraft e Hoffmann.
Nel 1969 riceve il premio Phoenix in Francia, nel ’70 riceve lo Yellow Kid a Lucca, nel ’75 vince il premio di Angouleme. Una serie di riconoscimenti che non fanno altro che riconoscere e apprezzare il lavoro incredibile di Dino Battaglia. Il fumettista scompare nel 1983 a Milano.
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