Si è parlato molto delle diossine in questo periodo, in concomitanza con gli incendi in Sicilia, ma cosa sono in realtà?
Le diossine sono composti chimici che derivano da processi naturali di combustione, come appunto gli incendi che stanno interessando il sud dell’Italia. Riescono a rimanere per tempi lunghi sia nell’ambiente dove vengono generati che all’interno degli organismi che contaminano, compreso proprio il corpo umano dove trovano ambientazione particolarmente favorevole nel tessuto grasso. L’argomento non è forse molto conosciuto e ne stiamo parlando in questi giorni proprio per gli incendi che oltre alla devastazione di zone boschive e strutture, danneggiano in maniera quasi impercettibile anche producendo questi dannosi organismi. L’intossicazione è la conseguenza principale per coloro che abitano dove si sviluppano roghi ma anche una volta che i focolai sono estinti, bisogna fare molta attenzione ai livelli di diossine perché per eliminare il 50% di una dose, ci vogliono più di 10 anni.
Ne abbiamo parlato alcuni giorni fa e non è un argomento che possiamo accantonare del tutto quello delle diossine. Il sud Italia da giorni è sotto la morta degli incendi, che stanno provocando numerosi danni alle aree boschive, specialmente in Sicilia e Sardegna ma anche altrove. Oltre ai danni al territorio, c’è un male che cova nascosto e un pericolo che non possiamo sottovalutare.
La diffusione delle diossine nell’aria è un fattore terribile per la salute umana e in alcune città è scattato l’allarme, come ad esempio l’allerta diramata dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla. La città siciliana è stata una delle prime a bruciare, insieme a Catania, tanto che gli snodi aeroportuali delle due aree sono stati chiusi perché lambiti dalle fiamme.
Ma cosa sono davvero le diossine? L’Istituto Superiore di Sanità ha ritenuto opportuno dare delle delucidazioni in merito perché in tanti sono interessati dal problema ma anche chi non vive al sud vuole capire di cosa stiamo parlando. Con il termine diossine possiamo racchiudere un gruppo di sostanze che possiedono delle caratteristiche di tipo chimico, fisico ma anche tossicologico, molto simili fra loro.
Derivano come dicevamo in precedenza, da processi naturali di combustione come incendi o emissioni di gas vulcanici, ma anche attività specifiche dell’uomo come incenerimento di rifiuti o processi di produzione legati al settore industriale.
Appartenenti alla classe degli agenti inquinanti organici persistenti, le diossine sono stabili dal punto di vista chimico, questo significa che non si degradano e difficilmente si sciolgono in acqua perché hanno le caratteristiche delle sostanze grasse. Vivono a lungo nell’ambiente che contaminano, vale a dire l’aria, il cibo, oppure il corpo umano, anzi in quest’ultimo caso trovano delle condizioni particolarmente favorevoli all’interno dell’adipe e questo ne consente la persistenza per tempi molto lunghi.
Per eliminare queste sostanze altamente nocive ci vogliono più o meno 10 anni. La loro proliferazione è facile perché sopravvivono a condizioni estreme, si diffondono facilmente e raggiungono lunghissime distanze anche molto lontano dal luogo in cui nascono. Sono presenti ovunque sul pianeta, anche in zone estreme come i poli.
C’è da precisare però che la presenza delle diossine non deriva solo da nuove emissioni ma anche da un accumulo avvenuto nel passare degli anni. La presenza nel terreno è un ambiente ottimo dove le diossine si sviluppano ed entrano poi nelle catene alimentari perché si accumulano sia negli organismi di piccole dimensioni che nel tessuto grasso dei grandi animali che se ne nutrono, poi arrivano all’uomo tramite l’alimentazione.
L’umano entra in contatto con questi microrganismi dannosi proprio attraverso il cibo e quelli più a rischio sono le carni, il pesce e i formaggi. Proprio in queste categorie si accumulano i livelli maggiori di diossine perché c’è una grande componente grassa.
Il 90% dell’esposizione umana alle diossine avviene per via alimentare ma altre possibili modalità sono l’inalazione, il contatto con la pelle e l’ingestione di polvere o terra. Si tratta di casistiche più rare ma la prima, ovvero l’inalazione, è quella che preoccupa più gli esperti attualmente nella problematica relativa al sud, dove l’allarme è stato diramato perché i valori sono risultati essere di 9 volte più alti della norma.
Essendo presenti praticamente ovunque, la popolazione è costantemente esposta ma nell’organismo i livelli sono in quantità non allarmanti, questo è quanto affermato dall’Istituto Superiore di Sanità. La quantità nell’organismo umano deriva da eventi recenti ma anche passati, si parla infatti di un accumulo nel tempo. Il dato è sempre in diminuzione ma eventi come quelli attuali possono portare a intossicazioni molto gravi che possono portare alla morte se non vengono trattate.
Anche il normale accumulo nel tempo infatti ha effetti sulla salute, come malattie della pelle, problemi al fegato e difficoltà metaboliche. Ci sono poi conseguenze più gravi come danni al sistema immunitario, a quello endocrino, interferenze con il normale funzionamento degli ormoni tiroidei e steroidei, effetti sullo sviluppo del feto nelle donne in gravidanza ma anche danni successivi alla nascita.
Le diossine sono cancerogene per l’uomo, portando anche a tumori. A seguito di un grave incidente degli anni Settanta a Seveso, la Comunità Europea approvò un direttiva che prevede la registrazione degli impianti industriali a rischio e l’identificazione delle sostanze tossiche utilizzate negli stessi, nonché la preparazione di piani preventivi di emergenza in caso di problemi. Oggi la direttiva giunta alla terza revisione ma come abbiamo detto, le diossine non derivano solo dalle industrie, vediamo quindi nella fattispecie il caso degli incendi che stiamo trattando largamente in questi giorni.
Il sindaco di Palermo ha diramato l’allarme diossine nella città che per prima è stata devastata dai roghi, favoriti dal forte vento, dalla vegetazione e dalle temperature africane fuori dalla norma. Per 15 giorni una serie di misure aiuteranno a contrastare i livelli altissimi evidenziati nella città siciliana, aumentati a dismisura in seguito all’incendio che ha coinvolto la discarica di Bellolampo.
L’aria è irrespirabile e l’amministrazione ha suggerito di fare molta attenzione quando ci si muove, adottando le misure necessarie per proteggere al meglio naso e bocca. La discarica di Bellolampo è stata colpita anche in passato da altri eventi simili e come abbiamo precisato, le diossine vengono sprigionate, fra le altre cose, dagli impianti di trattamento dei rifiuti. Quindi, è facile capire che la combinazione letale di fuoco e rifiuti abbia contaminato l’aria di questo composto cancerogeno quantificato in una quantità di 9 volte superiore al normale.
La gente del luogo ha paura per la propria salute e l’ordinanza di ieri emessa dal sindaco Roberto Lagalla è arrivata proprio per aiutare queste persone. In essa ci sono le prime prescrizioni contro il rischio di avvelenamento tramite cibo.
La prima ad essere colpita in questi casi è la terra, quindi l’erba da pascolo e le coltivazioni, mentre ci sono anche tanti apicoltori che con il fuoco hanno perso le arnie. Dunque il danno è a livello atmosferico ma soprattutto alimentare.
Dopo un lungo vertice convocato ieri, il primo cittadino ha parlato dell’allarme diossine che a Palermo sta interessando l’area di Bellolampo e le frazioni entro i 4 chilometri di distanza. Nell’ordinanza ci sono alcune regole importanti per tutelare a salute dei consumatori, quindi lavare accuratamente i prodotti ortofrutticoli evitando assolutamente la buccia.
Ancora, nelle strade cittadine verranno effettuate delle operazioni di lavaggio straordinarie per sanificare al meglio, infine, alcuni elementi sono completamente da evitare: uova, formaggio, latte e carne prodotti nelle zone a rischio dopo la data del 24 luglio.
Queste misure dureranno 15 giorni e al termine di questo periodo si controllerà nuovamente la situazione. A farlo saranno gli stessi organi che hanno informato l’amministrazione dei livelli abnormi di diossina, quindi l’Arpa, l’Asp, L’Università di Palermo e la Protezione Civile regionale.
Incaricata di ripulire le strade da questo nemico invisibile sarà la Rap con il servizio Verde Pubblico, trattando non solo strade pubbliche ma anche vie private, giardini e spazi comuni.
Sebbene l’Arpa abbia specificato che la diossina non pone rischi significativi sul piano dell’inalazione, è comunque importante proteggersi naso e bocca si è costretti ad uscire di casa in questi giorni. Potrebbe infatti portare a irritazioni delle vie respiratorie oppure oculari, anche se per il momento non sono stati fatti interventi sanitari in merito.
Nei prossimi giorni verranno forniti nuovi dati sulla presenza di diossina nel palermitano, in particolare i tecnici stanno monitorando le zone di Cruillas, Cep, Borgo Nuovo, Capaci e Torretta, ovvero. Compito dei tecnici è quello di valutare la purezza dell’aria e nel frattempo i veterinari dell’Asp controlleranno le mandrie allevate nelle zone limitrofe alla discarica, situata a Inserra.
Ha perlustrato la città in elicottero in questi giorni il sindaco Lagalla ed è rimasto colpito dai danni che gli incendi stanno facendo un po’ ovunque nella sua Sicilia.
Il primo cittadino si trovava a bordo di un velivolo della polizia, questo succedeva poche ore prime dell’incontro da cui poi è stata emessa l’ordinanza. “Ci siamo resi conto di quanto siano state decisive le operazioni dei vigili del fuoco e della Protezione civile per domare i roghi ed evitare disastri peggiori”.
Forse proprio dopo questa esperienza in prima persona, è diventata evidente la necessità di un provvedimento ad hoc per informare e allo stesso tempo proteggere i sui concittadini.
Sono tanti ancora i volontari e gli operatori che stanno lavorando nelle zone colpite. Inutile dire che la situazione è degenerata ulteriormente quando è andata a fuoco la discarica di Bellolampo. Parliamo dell’impianto più grande in Sicilia, questo può darci una dimensione della gravità della situazione e del livello di tossine rilasciato in poche ore.
L’Arpa si è subito mobilitata per valutare l’aria e dai campionamenti è emerso appunto il dato allarmante dei valori di 9 volte sopra la norma.
La diossina ed analoghi sono tristemente noti per la tossicità e al contrario non rivestono alcuna utilità pratica. Come tali, non vengono prodotti intenzionalmente ma si formano con i processi chimici industriali che prevedono la combustione o chiaramente con la combustione stessa derivante dallo sviluppo delle fiamme.
Il problema delle diossine, aldilà dei roghi o meno, è che comunque sono sempre presenti – in misura minore – nell’atmosfera e l’argomento preoccupa periodicamente i consumatori e il personale preposto al controllo delle derrate alimentari, a causa degli scoop mediatici e delle misure adottate in materia dall’Ue, che ha fissato i tassi massimi di diossina che possono essere presenti nel cibo umano ma anche nei mangimi animali.
Speriamo davvero che i rigidi controlli e le misure di precauzione adottata a Palermo possano aiutare una popolazione già molto provata dalla situazione incontrollata degli incendi, attendiamo quindi gli aggiornamenti dei prossimi giorni.
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