Il caos in cui è piombata la giunta Raggi a Roma ha riportato sulle pagine dei giornali il direttorio del Movimento 5 Stelle, sia quello nazionale che il mini direttorio romano. Cos’è il direttorio del M5S, chi sono i componenti e perché è così importante per le sorti di Roma? Partiamo dall’ultima domanda. Il legame tra la sindaca della Capitale e il direttorio è fortissimo: la Raggi, e con lei tutti gli eletti M5S, hanno firmato il documento con cui vengono blindati e rischiano multe da 150mila euro in caso di dissenso dalla linea nazionale del direttorio. Prima di conoscere uno per uno i suoi membri, facciamo un passo indietro al 2014, quando Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio decidono di creare il direttorio. A fine novembre l’ex comico dichiara di essere “stanchino” e di voler abbandonare la guida del movimento, sostituendo alla diarchia con Casaleggio un “direttorio”, cioè un gruppo composto da cinque eletti che fossero i garanti del movimento e curassero le direttive della politica nazionale, dando la linea al gruppo sia a Roma sia nei comuni in cui governano.
A scegliere i nomi sono, ovviamente, Grillo e Casaleggio che, solo dopo avere deciso, sottopongono la loro decisione agli iscritti. “Sei d’accordo con la decisione di formare una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale?“, chiedono dal blog. In serata arrivano i dati: “Hanno partecipato alla votazione 37.127 iscritti certificati. Ha votato sì il 91,7%, pari a 34.050 Voti. Di contro, ha votato no l’8,3%, pari a 3.077 voti“.
Così è nato il direttorio, ma chi sono i componenti? La lista bloccata è composta da nomi noti in tutta Italia: nel direttorio entrano Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia.
Alessandro Di Battista
Il deputato forse più noto, Alessandro Di Battista, viene scelto per far parte del direttorio nazionale. Forte di una presenza mediatica e scenica di primo piano, il “Dibba”, come viene chiamato dalla base, rappresenta l’anima di lotta del movimento: a lui è stata affidata per esempio, la campagna per il no al referendum, il “Costituzione coast to coast tour”. Laureato al Dams di Roma, con un master di secondo livello in tutela internazionale dei diritti umani, ha viaggiato molto in Sudamerica come cooperante e come autori di libri, editi dalla Casaleggio Associati. Entra presto nel movimento, candidandosi al comune di Roma nel 2008 e diventando il portavoce del movimento per il Lazio: viene eletto alla Camera nel 2013. Nel direttorio, insieme a Roberto Fico, si occupa del rapporto con il territorio e i meetup su temi politici.
Luigi Di Maio
Se Di Battista è il volto della protesta targato 5 Stelle, Luigi Di Maio è il volto istituzionale, quello del buon governo. Da tempo considerato il candidato alla presidenza del Consiglio in pectore, Di Maio è anche il vicepresidente della Camera e, in quelle vesti, ha spesso bacchettato anche i suoi per le loro intemperanze in Aula. Iscritto prima a ingegneria e poi a giurisprudenza alla Federico II di Napoli, senza mai laurearsi, si avvicina al mondo del movimento candidandosi alle comunali di Pomignano d’Arco, nel napoletano, suo paese d’origine. Pur non venendo eletto, inizia a farsi conoscere, prendendo 189 preferenze alle “parlamentarie” del 2013. Con la vittoria del movimento, entra in Parlamento: è il più giovane vice presidente a Montecitorio. Nel direttorio è il referente per i Comuni e i sindaci del Movimento.
Roberto Fico
Napoletano doc, Roberto Fico è l’attuale presidente della Commissione di Vigilanza Rai, succedendo nel ruolo a Sergio Zavoli. Laureatosi in Scienze della comunicazione a Trieste con una tesi sulla musica neomelodica napoletana, a cui segue un master in Knowledge management, Fico è tra i fondatori dello stesso movimento, avendo creato uno dei 40 meetup (quello di Napoli) da cui nascerà il M5S. Viene candidato dalla base alle elezioni regionali del 2010 e nel 2011 a quelle comunali per il sindaco di Napoli: pur ottenendo risultati sotto la media, inizia a farsi un nome e alle “parlamentarie” del 2012 è tra i più votati della Campania, il che lo porta a essere il primo nella lista del movimento nella Regione. Con la vittoria elettorale, entra alla Camera come deputato: nel giugno 2013 viene eletto alla Vigilanza Rai, per il cui ruolo rinuncia all’indennità aggiuntiva. Con Alessandro Di Battista si occupa dei rapporti tra i vertici e la base tramite i meetup.
Carla Ruocco
Unica donna del direttorio è Carla Ruocco. Anche lei napoletana verace, la Ruocco rappresenta il versante più “economico” del movimento. Laureata in Economia alla Federico II di Napoli, commercialista abilitata, lavora per Reconta Ernst & Young come revisore di bilanci e in seguito è controller per una multinazionale farmaceutica, prima di vincere il concorso all’Agenzia delle Entrate per cui lavora come funzionario tributario alla Direzione Centrale Accertamento. Entra in Parlamento nel 2013 come eletta nella XV circoscrizione Lazio 1. Nel direttorio ha il ruolo di referente per i rapporti con la PMI e settore economico.
Carlo Sibilia
Chiudiamo con Carlo Sibilia, forse il componente meno mediatico, finito spesso al centro di polemiche per dichiarazioni al limite. Avellinese, classe 1986, Sibilia si laurea in biotecnologia a Perugia, la politica e l’attivismo è la sua vera passione. Tra il 2007 e il 2008 è tra i fondatori del meetup di Avellino, si candida alle regionali senza essere eletto e continua a partecipare alle attività del movimento sul territorio. Entrato nella lista bloccata alle parlamentarie per un soffio, viene eletto in Parlamento. Tra i più presenti e attivi in Parlamento, Sibilia finisce nell’occhio del ciclone per alcune dichiarazioni molto controverse su presunti complotti mondiali: nel 2014 dichiara che l’allunaggio è falso. All’indomani dell’attentato ad Ottawa definisce il terrorista “qualcuno che ha ritrovato la ragione”. Nel direttorio è referente per l’Università.