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Direzione Pd: i temi, la conta e il voto minuto per minuto

[didascalia fornitore=”ansa”]Una veduta esterna della sede del Partito Democratico in Largo del Nazareno a Roma nel giorno della direzione nazionale[/didascalia]

E’ in corso al Nazareno la direzione PD, incontro/confronto tra le diverse anime del Partito Democratico alla fine del quale si capirà la strada che gli iscritti vorranno percorrere. E c’è attesa per il riconoscimento formale della leadership di Martina, che non è scontato da parte dei renziani, nonostante le aperture delle ultime ore. Le correnti interne al partito sono diverse, si va dal gruppo guidato da Franceschini e Orlando, fino agli esponenti della minoranza come Cuperlo e Emiliano passando per gli amministratori locali come Zingaretti e Bonaccini. E in tanti si stanno chiedendo se il partito rischia la scissione. Secondo Piero Fassino il rischio c’è, anche se a proposito della direzione odierna ammette: ‘non credo che l’esito della nostra discussione sarà una lacerazione irreversibile, ma credo che sia una discussione chiarificatrice se è possibile traendo un punto di unità se non è possibile andremo al voto”.

La domanda, il tema principale di questa direzione PD è chi comanda nel Pd?

Se il rischio scissione è reale, anche i tentativi estremi per evitarla sono in questo momento in discussione. Per evitare dunque una spaccatura nella direzione di oggi tra fronte dei renziani e e gli altri, si starebbe lavorando a un documento di sintesi.

Il presidente Matteo Orfini ha confermato che la direzione si concluderà entro le 20 con un voto. E allora vediamo come si stanno sviluppando i temi in discussione al Nazareno, con le varie dichiarazioni degli esponenti del partito democratico.

FRANCESCHINI CHIEDE LA FIDUCIA A MARTINA

AreaDem, l’area del Pd che fa capo a Dario Franceschini vuole che si voti la fiducia al segretario reggente Maurizio Martina. La corrente Dem ha sottolineato che se ci fosse una spaccatura nel Pd sul ruolo di Martina la responsabilità andrebbe attribuita a Matteo Renzi.

ORLANDO CHIEDE CHIAREZZA E DICE SI’ A MARTINA

L’area di Andrea Orlando si è riunita – presenti anche Cesare Damiano, LabDem e ReteDem – e ha deciso che ha senso rinnovare la fiducia al segretario reggente Maurizio Martina soltanto se verrà fatta chiarezza. La corrente del Pd che fa capo al Guardasigilli chiede in particolare che in direzione non si faccia finta di nulla dopo l’intervista di Matteo Renzi in cui l’ex segretario ‘dettava la via’ da seguire.

MARTINA CHIEDE LA FIDUCIA ‘VERA’

“Chiedo che mi venga rinnovata la fiducia fino all’assemblea, e non una fiducia di facciata” ha detto nel suo discorso il segretario reggente del Pd Maurizio Martina aprendo la direzione nazionale. “Serve una direzione salda e univoca del Pd – aggiunge -. Certamente non solitaria ma collegiale. Non dobbiamo consentire a nessuno di poter dire ogni giorno che ci sono diversi partiti nel nostro partito. Dobbiamo esserne consapevoli verso il Paese e verso la nostra comunità che ci guarda con attenzione e si aspetta chiarezza e unità. L’unità senza chiarezza sarebbe inutile. E il nostro compito è raggiungere questo obiettivo parlandoci con grande sincerità. A tutti i nostri elettori, militanti e simpatizzanti dobbiamo chiedere scusa per le troppe volte che abbiamo fatto prevalere le nostre divisioni e non invece il senso del nostro impegno comune. Con questa consapevolezza chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia a proseguire il mandato nella gestione di questa .fase particolare e fino all’Assemblea nazionale che sarà certo un passaggio importante per la nostra prospettiva. Non chiedo sostegni di facciata ma propongo un passo consapevole. Non ci servono unanimità che si sciolgono al primo minuto dopo la direzione”.

E DICE NO ALLE SCISSIONI INTERNE

“Basta con la logica delle scissioni in casa. Basta con la logica dell’amico-nemico in casa nostra! Possiamo farcela se decidiamo una volta per tutte di curare la nostra autoreferenzialità, se apriamo porte e finestre all’impegno di altri con noi e se la smettiamo di scambiare la lealtà che si deve sempre a un impegno politico con la cieca fedeltà acritica di stagione. A Roma come nei territori. Riprendiamo lo spirito originario del partito democratico. Proviamo a dare ancora al Paese alimentare noi un solido punto di riferimento. Non è impossibile. Tocca solo a noi. Possiamo farcela”.

“Possiamo farcela se ricominciamo a lavorare insieme sul senso della prospettiva che vogliamo per il nostro Paese – ha precisato Martina -. Su un’idea di futuro per gli italiani, molto prima dei nostri destini. Possiamo farcela se iniziamo davvero le nostre battaglie per l’allargamento del Reddito di Inclusione contro la povertà, per l’assegno universale alle famiglie con figli, per il salario minimo legale contro il lavoro sottopagato e i contratti pirata. Per la parità salariale di genere. Per i diritti dei giovani lavoratori”.

“Possiamo farcela – continua Martina – se arriviamo prima di altri a rispondere ai bisogni delle 900mila madri single del nostro Paese di cui ben la metà rischia la povertà e certamente oggi più in difficoltà delle altre madri. Possiamo farcela anche se smettiamo di chiamarci in modo esasperato renziani, antirenziani, martiniani, orlandiani, e via dicendo (ciascuno si inventi la sua etichetta) ma se ritroviamo invece l’orgoglio di essere prima di tutto e solamente democratici”. E poi precisa che “serve un ripensamento netto anche su come si fa partito. Su come si sta insieme. Su come ci si riconosce. Su come ci si confronta e si prendono decisioni dopo essersi ascoltati e confrontati con la voglia di costruire una risposta comune”.

I RENZIANI TEMONO LA SPACCATURA MA PLAUDONO ALLA CHIUSURA VERSO IL M5S

Secondo indiscrezioni ci sarebbe un clima sereno tra i renziani, anche grazie ai numeri sui quali sanno di poter contare. L’ala del Pd che fa capo a Matteo Renzi punta ora a raggiungere un accordo in Direzione per evitare spaccature interne al partito. Da una lato, infatti, i renziani hanno aperto ad un riconoscimento formale della leadership di Martina, ma dicono no a qualsiasi ipotesi di accordo con i 5Stelle per la formazione del governo. Per questo le parole di Martina sono state apprezzate in particolare nel passaggio in cui ha specificato che con i Cinquestelle il “capitolo è chiuso”. L’accordo con il M5S secondo i renziani sarebbe “morto”, avrebbe quindi prevalso nella relazione del segretario la posizione sostenuta dall’area che fa capo all’ex premier. Se questa linea verrà confermata nella direzione, i renziani potrebbero rinnovare la fiducia al reggente fino all’assemblea o attraverso un voto o con il documento di mediazione su cui in queste ore sta lavorando Lorenzo Guerini insieme ai ‘pontieri’ del Pd. Nel documento oltre a ribadire il ‘no’ a un governo con i Cinquestelle si prevede la fiducia a Martina fino all’assemblea.

Redazione

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