Diritti inespressi INPS: cosa sono e come richiedere le integrazioni per aumentare la pensione

Pensioni diritti inespressi

Pensioni e diritti inespressi, le news oggi non portano novità, ma forse non tutti coloro che percepiscono pensioni INPS sanno di poter vantare un diritto all’integrazione di somme di denaro ‘sospese’ sull’assegno pensionistico erogato dall’ente previdenziale. Cosa sono i diritti inespressi e chi può richiederli? Vediamolo facendo chiarezza sulle tante informazioni imprecise che circolano, specialmente online. Infatti molti sindacati, soprattutto dei pensionati, tengono a precisare ai loro iscritti quali sono le procedure per la richiesta dei cosiddetti diritti inespressi riguardanti le pensioni, e chi ha diritto di fare domanda. Andiamo allora a vedere di seguito in maniera chiara e concisa come controllare la pensione per verificare se si ha diritto o no a importi maggiori nella pensione mensile.

Ecco allora come fare a riscuotere i diritti inespressi, somme a cui si ha diritto nell’assegno pensionistico ma che per vari motivi non vengono versati dall’INPS.

DIRITTI INESPRESSI: COSA SONO
In pratica, cosa sono i diritti inespressi? Sono quei diritti che si hanno ma che non vengono concessi poiché non sono stati richiesti. Semplifichiamo dicendo che l’INPS non eroga in automatico tutte le somme a cui il pensionato ha diritto, ma ci sono alcune prestazioni che occorre richiedere in maniera esplicita, tramite la compilazione di una domanda con relativa presentazione di documenti attestanti il diritto stesso. Se tale richiesta non giunge all’INPS, in pratica il diritto del pensionato viene ignorato. Comunque va detto che non c’è da preoccuparsi, perché sono importi che si possono chiedere in qualsiasi momento. ATTENZIONE: La prescrizione del diritto è quinquennale quindi è possibile recuperare eventuali somme spettanti e mai percepite fino ai cinque anni precedenti.

DIRITTI INESPRESSI A CHI SPETTANO

A chi spettano i diritti inespressi, ovvero chi ha diritto a chiedere i diritti inespressi, se già non erogati? I pensionati con almeno 65 anni che ricevono la pensione minima, coloro a cui spetta l’assegno familiare per reddito basso, disabili al 100%.

Quali voci occorre controllare per sapere se le pensioni incassate sono complete? E quali diritti inespressi si possono richiedere per integrare la pensione e renderla un po’ più ricca? Occorre sapere che in genere l’INPS fa correttamente il suo lavoro, ma ci possono essere casi in cui anche l’Inps fa degli errori, dovuti magari a calcoli sbagliati o al fatto che il pensionato non ha mai presentato una determinata domanda per ottenere un beneficio, ad esempio perché il beneficio è stato riconosciuto dopo la liquidazione della pensione.

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DIRITTI INESPRESSI: COSA SI RECUPERA
Cosa si può recuperare in caso di somme o prestazioni non concesse se non espressamente richieste? Quali sono i requisiti per chiedere i diritti inespressi e come fare a ottenere finalmente la prestazione a cui si ha diritto? Le voci che possono essere richieste sono:

La Quattordicesima mensilità spetta a chi percepisce pensioni basse. Nel complesso il reddito da considerare è esclusivamente quello personale. E’ richiesto il requisito del compimento del 64° anno di età. La somma aggiuntiva, che in genere viene erogata a luglio, spetta esclusivamente sulle pensioni previdenziali (che hanno origine dal versamento di contributi) e non su quelle assistenziali (assegni sociali e pensioni di invalidità civile).

Per quanto riguarda l’integrazione al trattamento minimo, se l’importo di pensione è inferiore a 501,89 € per il 2017 (trattamento minimo) bisogna verificare se spetti o meno il trattamento minimo. Questo trattamento viene garantito se non si superano determinati limiti reddituali personali o coniugali.

Chi ha i requisiti può richiedere i diritti inespressi relativi all’importo aggiuntivo dell’assegno pensionistico.

Si tratta di una cifra elargita a tutti quei coniugi rimasti vedovi che, oltre a godere della reversibilità sono anche riconosciuti come “inabili al proficuo lavoro”. Il diritto spetta a vedove e vedovi dei dipendenti pubblici e privati, titolari di pensione di reversibilità, inabili al lavoro ossia invalidi al 100%, titolari di pensione di accompagnamento o che abbiano richiesto uno specifico certificato (SS5). LEGGI QUI ALTRE INFO SULL’ASSEGNO DI VEDOVANZA

Per quanto riguarda le maggiorazioni sociali dei trattamenti minimi va detto che le variabili in gioco sono molte. Ad ogni modo riassumiamo dicendo che si ha diritto al cosiddetto ‘milione’ al mese se il pensionato al trattamento minimo ha 60 anni se inabile, 65 anni se ha diritto alla riduzione in base agli anni di contributi versati, 70 anni per tutti gli altri casi. La maggiorazione è pari a 136,44 € mensili.

Anche le prestazioni a favore degli invalidi civili sono soggette alla richiesta di eventuali diritti inespressi.

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La maggiorazione per ex combattenti può essere ancora richiesta da chi ha determinati requisiti, ossia è in possesso della qualifica di: ex combattente o assimilato; orfano di guerra; profugo. La maggiorazione è pari a 15,40 € mensili.

Sono gli assegni familiari concessi sulle pensioni che derivano esclusivamente da contribuzione da lavoro dipendente. L’importo spettante si determina su tre fattori: il tipo di nucleo familiare, il numero dei componenti il nucleo familiare, il reddito totale del nucleo. I redditi del nucleo familiare da prendere in considerazione per la concessione dell’assegno sono quelli assoggettabili all’Irpef al lordo delle detrazioni d’imposta, degli oneri deducibili e delle ritenute erariali. Sono da prendere in considerazione anche i redditi esenti da imposta o soggetti alla ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva, se superiori complessivamente a € 1.032,91, prodotti nell’anno solare precedente il 1° luglio di ogni anno e hanno valore fino al 30 giugno dell’anno successivo.

I ‘vecchi’ Assegni familiari ancora corrisposti ai titolari di pensioni derivanti in tutto o in parte da contribuzione autonoma (pensioni categoria Vo art, Vo Com, Vr o So Art, So Com, Sr e Io Art, Io Com, Ir) vengono erogati nella misura fissa di 10,21 € mensili per ogni familiare a carico.

COME RICHIEDERE I DIRITTI INESPRESSI
Come richiedere le integrazioni alle pensioni INPS per diritti inespressi? Precisiamo che la richiesta dei diritti inespressi non ha una scadenza, ed è possibile fare richieste retroattive fino a cinque anni. Occorre avere con sé, quindi controllare, tutte le voci presenti nella busta paga del pensionato, ossia il modello ObisM scaricabile dal sito INPS. In alternativa basta recarsi direttamente agli sportelli INPS, presso un CAF o consegnare a un patronato (ad esempio il controllo della pensione è un servizio che lo Spi Cgil offre gratuitamente a tutti i pensionati italiani fin dal 2013) il numero della propria posizione Inps in modo che gli addetti possano verificare, gratuitamente, se nella pensione manca qualche voce importante.

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