Diritto alla casa negato in Italia: oltre 2 milioni non possono permettersi un’abitazione

La casa dovrebbe essere un diritto ma in Italia due milioni e 300 mila famiglie non possono permettersi l’acquisto di una abitazione. La crisi economica, nonostante i molti proclami e le promesse (disattese) dei politici, non sembra essere terminata nel Belpaese. A farne le spese sono oggettivamente coloro che hanno meno reddito e nessuna rendita. Per risolvere questi ostacoli, sono state elaborate alcune ipotesi di proposta.

McKinsey & Company, la multinazionale di consulenza di direzione, attraverso il suo istituto di ricerca MK Global Institute, ha prodotto uno studio a livello mondiale su uno dei temi cruciali e importanti del momento: ovvero l’accesso alla casa.

Come fare per risolvere questo problema? E ha elaborato alcune proposte ‘di mercato’ per affrontarlo.

Stefano Napoletano, che ha collaborato con McKinsey seguendo lo studio per l’Italia, ha riscontrato che nel nostro Paese, le famiglie che non possono avere a disposizione un tetto, cioè un’abitazione-base, minima, sono due milioni e trecentomila.

Ma il vero problema per queste famiglie viene dagli stipendi bassi o inesistenti, se parliamo di disoccupati.

Le città italiane in cui si soffre maggiormente

In Italia, le famiglie in difficoltà avrebbero bisogno di nove miliardi di dollari in più (7,1 miliardi in euro) ogni anno. Stefano Napoletano commenta: ‘Due milioni e trecentomila famiglie in condizioni di difficoltà abitativa non sono cosa da poco per un Paese come il nostro. E un gap pari allo 0,5% del Pil è considerevole‘. L’area metropolitana di Milano è quella in cui si evidenzia il gap maggiore: quattro miliardi di dollari. Seguono Roma, tre miliardi; Firenze, un miliardo; Torino, 500 milioni; Napoli, 300 milioni e Venezia, 200 milioni.

Possibili soluzioni

Per risolvere il caso italiano si ipotizzano quindi quattro interventi:
– Ridurre tempi e costi della burocrazia per ottenere permessi (anche di ristrutturazione);
– Modernizzare il settore delle costruzioni;
– Gestire le case costruite con meno costi attraverso innovazioni già in fase di progettazione (sostenibilità energetica, ecc);
– Abbassare i costi di finanziamento per l’acquisto della casa e resi disponibili, attraverso strumenti di debito ad hoc, anche a chi ha redditi bassi e scarse garanzie da offrire.

La situazione nel mondo

Nel mondo, si calcola che ci siano 330 milioni di famiglie in difficoltà finanziarie per l’acquisto di un immobile. In più i flussi migratori verso le metropoli nei Paesi emergenti porteranno questa cifra a 440 milioni nel 2025 (un miliardo e trecento milioni di persone interessate). Per risolvere il problema occorrerebbe investire tra i novemila e gli 11 mila miliardi di dollari da qui al 2025, che salgono a 16 mila se si aggiungono i costi di acquisizione dei terreni da edificare.

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