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Se ne parla ancora troppo poco sui media del disastro ambientale in corso a Maccarese, paesino alle porte di Fiumicino nel Lazio: un’ondata di gasolio che ha invaso le acque del fiume Arrone, una marea scura che ha già mietuto le prime vittime. Pesci ed uccelli infatti sono già stati colpiti dal cherosene che da qualche giorno discende inesorabile: una strage di animali morti che la Lipu-Birdlife Italia sta cercando faticosamente di arginare grazie ai suoi volontari. Ci sono decine di ettari agricoli già contaminati, numerosi pesci morti, aironi cinerini, garzette e cormorani destinati alle stesse fine, giacché banchettano con questi pesci agonizzanti, e medesima sorte rischiano anche le volpi che hanno predato alcuni germani reali rinvenuti senza vita nei campi coltivati.
Due le ipotesi circa la possibile causa del disastro: se l’origine è stata accertata, un deposito dell’Eni collocato a monte del corso d’acqua, nei pressi di uno svincolo dell’autostrada, riguardo i motivi della perdita ingente di gasolio la società ritiene possa trattarsi di un furto di cherosene finito male, mentre i volontari sospettano che sia invece avvenuto un collasso strutturale dell’oleodotto, date anche le proporzioni del fenomeno. Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, spiega dalle pagine de La Repubblica lo stato della situazione nel comune laziale: ‘L’allarme, partito nei giorni scorsi, è stato probabilmente sottostimato, come pure sospettiamo che gli interventi di bonifica siano partiti in ritardo. Ieri siamo stati chiamati dagli amici del WWF che gestiscono l’Oasi di Maccarese, un’area di svernamento importantissima per innumerevoli migratori. Ma il disastro è molto più esteso, coinvolge campi a perdita d’occhio, qui l’ecosistema è morto‘.
Anche il WWF ha diramato un comunicato per manifestare tutta l’apprensione del mondo ecologista per i danni avvenuti e quelli che presumibilmente avverranno in futuro: ‘Lo sversamento del cherosene nel fiume Arrone è un durissimo colpo all’ambiente naturale. Già notevoli i danni, in termini di perdita di biodiversità e di compromissione degli habitat. Colpita anche la nostra oasi della Foce Arrone, realizzata qualche anno fa con la partecipazione di molti sostenitori. Ancora una volta per dolo o colpa, a farne le spese sono decine e decine di animali. Cormorani, gallinelle, germani reali, testuggini d’acqua, nutrie sono le specie tra le più colpite, oltre a numerosi pesci. Soprattutto in aree di estremo valore, sia per qualità ambientale che di testimonianza storica del paesaggio originario, occorrerebbe il massimo dell’attenzione‘. I volontari stanno facendo di tutto per salvare gli animali dalla mefitica colata, una corsa contro il tempo in aiuto di cormorani, germani reali e piccoli mammiferi da un’inesorabile fine. E l’interrogativo più inquietante da porsi è se un intero ecosistema distrutto a causa dell’uomo potrà un giorno rigenerarsi, oppure davvero è morto per sempre.