La disoccupazione giovanile in Italia scende rispetto al dato registrato in precedenza. Purtroppo, però, non si tratta di una bella notizia, perché la percentuale si attesta al 42,9%. Questo significa che nel nostro Paese più di un giovane su 10 non riesce a trovare un posto di lavoro. Un numero molto elevato, che dovrebbe far riflettere sulla situazione economica italiana in rapporto a quella di altri Paesi del mondo e sulle politiche che dovrebbero essere attuate per contrastare una condizione sempre più preoccupante.
Le ultime rivelazioni Istat fanno emergere, infatti, un aumento del dato della disoccupazione in generale, che a settembre sale al 12,6%. Si tratta di un aumento dello 0,1% su base mensile (ad agosto il dato generale dei disoccupati in Italia era del 12,3%) e su base annua. Per quanto riguarda i giovani in particolare, sono 698.000 coloro che non hanno un lavoro e il numero rimane uno dei più alti in Europa.
I numeri della disoccupazione giovanile
Il numero dei giovani disoccupati è in diminuzione rispetto al mese precedente, con una differenza dello 0,8%. Sono 6.000, quindi, i giovani che hanno trovato un’occupazione. Ma il dato non è confortante, perché la percentuale è aumentata del 4,4% (di 30.000 persone) rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione giovanile è cresciuto dello 0,4% rispetto ad agosto ed è diminuito dello 0,5% rispetto a 12 mesi prima. Sono 930.000 i giovani tra i 15 e i 24 anni che hanno un’occupazione. Anche questo dato risulta in calo su base annua (-3,6%) e in aumento su base mensile (+2,4%).
A settembre la quota dei giovani senza un lavoro rispetto al numero totale dei giovani tra i 15 e i 24 anni è del 42,9%, una percentuale che risulta in diminuzione dello 0,8% rispetto ad agosto, ma allo stesso tempo in aumento del 1,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Da questi numeri bisogna comunque escludere i giovani che non cercano un lavoro, perché, ad esempio, stanno studiando. Questi ultimi sono 4 milioni e 346.000, un numero che risulta in diminuzione su base annua (-0,9%).
Gli errori comuni
Sono principalmente due gli errori comuni in cui si può incorrere analizzando i dati della disoccupazione giovanile. Tenendo conto della percentuale (al momento del 42,9%) relativa ai giovani senza un’occupazione nel nostro Paese, non si può affermare, come fanno erroneamente in molti, che un giovane su 4 è senza lavoro. Si deve considerare che il numero dei giovani in questa condizione è di 698.000, un dato da confrontare con l’intera popolazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni, che è pari a 6 milioni. In questo modo si può vedere chiaramente, quindi, che ad essere senza occupazione è in realtà un giovane su 10. Questo non significa, comunque, che la situazione sia positiva, dato che la percentuale è molto alta rispetto a quanto avviene negli altri Paesi europei.
Un altro errore che si compie di frequente è quello di considerare la percentuale dei disoccupati in rapporto al numero totale del giovani tra i 15 e i 24 anni. Facendo i calcoli, bisogna tenere presente che ci sono tantissimi giovani che non stanno cercando un’occupazione, principalmente perché impegnati negli studi. I 15enni non possono cercare un lavoro, perché frequentano la scuola dell’obbligo. Dai 16 ai 18 anni in tanti frequentano un istituto di istruzione superiore e quindi sono esclusi dalla ricerca attiva di un lavoro. E lo stesso vale per coloro che, dopo i 18 anni, decidono di continuare a studiare all’Università, tenendosi impegnato, quindi, fino a 23 anni.